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Ambiente: da social street Bologna a Grab Roma, a Ecomondo i premi di Legambiente

04 novembre 2015 | 14.03
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Ambiente: da social street Bologna a Grab Roma, a Ecomondo i premi di Legambiente

Dal porta a porta di Milano al Grande raccordo anulare delle bici di Roma, dal bosco sociale di Ferrara alla social street di Bologna, a Ecomondo Legambiente premia le buone pratiche urbane. Città che si mettono in gioco dimostrando, attraverso buona volontà e scelte innovative, che le questioni ambientali e urbane si possono e si devono affrontare.

Sul fronte della mobilità nuova, sono tante le buone pratichepensate per incentivare lo spostamento sulle due ruote ecologiche attraverso l’aumento di piste ciclabili, ma anche grazie ad app ad hoc per facilitare lo spostarsi città.

Il progetto del Grab - il Grande Raccordo Anulare delle Bici - sarà il cuore pulsante della ciclopedonalità urbana romana con i suoi 44,2 km che uniranno i tanti luoghi di interesse della Capitale, periferie e centro storico. Il Bike to School, esperienza testata sempre nella Città Eterna e pensata per far andare i bambini a scuola in bicicletta in modo autonomo e sicuro. A Bologna c'è la tangenziale delle biciclette, un anello ciclabile di 8 km lungo le strade bolognesi pensata dall’amministrazione comunale coinvolgendo anche associazioni di ciclisti, quartieri, e cittadini.

La Velostazione, esempio per eccellenza di riconversione urbana che ha preso il via sempre a Bologna dove una vecchia autorimessa è diventata un parcheggio custodito per le bici aperto 7 giorni su 7. Inoltre è stata allestita una ciclofficina attrezzata per la manutenzione e riparazione, il bike caffè, il servizio di noleggio.

Le bici piacciono anche a Pesaro, dove è stato lanciato il progetto della bicipolitana, la metropolitana delle bici che occuperà un’estensione di circa 70 km, con 14 itinerari ciclabili e ciclopedonali, e collegherà le zone periferiche al centro della città. Non mancano all’appello anche quelle buone pratiche che incentivano la mobilità dolce attraverso l’uso della tecnologia e dei telefonici come 'TrafficO2', un’app per smartphone che punta a ridurre traffico e inquinamento, introducendo un sistema di premialità per chi sceglie la mobilità sostenibile. L’app è stata lanciata a Palermo.

Oppure il Trasport Hub, pensato a Cosenza, un progetto strategico prevede la realizzazione di sei hub, ma per il momento ne verranno messi a punto solo quattro: si tratti di stazioni di interscambio dove i passeggeri trovano a disposizione i mezzi di trasporto pubblici, ma anche bici o car sharing. Muoversi ma anche lavorare a impatto zero come il Pony Zero Emissioni, una realtà che ha preso il via a Torino grazie alla Pony Zero, società nata nel 2013 con l’obiettivo rivoluzionare, con una logica ecosostenibile, il settore delle spedizioni usando la bici e contribuendo a ridurre le emissioni inquinanti della logistica urbana.

Il buon esempio arriva anche dal grande impegno di cittadini e amministrazioni in prima linea nella raccolta differenziata porta a porta che in molti territori italiani ha raggiunto ottimi risultati come a Milano, dove si attesta al 53,3%; Parma che raggiunge quota 66% e Macerata comune marchigiano con il 60,3% di raccolta differenziata. E decolla anche a Pordenone che è l’unico capoluogo di provincia a superare l’80% di rifiuti raccolti e differenziati, facendo segnare un ulteriore incremento rispetto al dato 2013: 85,4% (era al 81,1% lo scorso anno).

C’è poi Mantova, città che più di ogni altra migliora le sue performance, registrando un calo del monte rifiuti prodotti. Se nel 2013 la città lombarda produceva 760 chilogrammi all’anno di spazzatura, tra le più alte in assoluto in Italia, nel 2014 ha invece fatto segnare 518,8 chili procapite annui. Segnali che dimostrano come a Mantova gli sforzi, in questi anni, di un’attenta programmazione stanno dando frutti visibili e concreti.

Non mancano, infine, i progetti di cittadinanza attiva: il bosco sociale per la città di Ferrara, un progetto che ha come obiettivo quello di realizzare e gestire un bosco di comunità, rilanciando tra le persone un maggiore senso civico e la rete dei CEAS (Centri di Educazione alla sostenibilità); oppure le social street, il primo esempio pilota di vicinato 2.0 che ha preso il via a Bologna nata dall’esperienza del gruppo Facebook 'Residenti in via Fondazza, Bologna' nel 2013 e pensata per promuovere una maggiore socializzazione tra i vicini di casa e quartieri, per condividere necessità, scambiarsi professionalità e conoscenze, portare avanti progetti collettivi di interesse comune.

C’è, poi, l’impegno e la voglia di valorizzare il patrimonio comunale inutilizzato confrontandosi con i cittadini, come accade sempre nel capoluogo dell’Emilia Romagna e dove sul sito OpenData sono stati pubblicati gli immobili al momento non usati.

Ed ancora perché non ripensare ai tempi della città migliorando la qualità della vita dei cittadini e quella urbana? Accade a Bolzano con il progetto 'Tempi della Città', che prevede interventi sui tempi e gli orari della città. Ad esempio sono stati armonizzati gli orari degli sportelli della pubblica amministrazione, delle banche, degli uffici comunali. L’iniziativa di maggiore rilievo è stata il 'Giovedì del cittadino' che ha uniformato, a partire dal 2002, gli orari di apertura al pubblico di numerosi enti pubblici presenti in città.

"La rigenerazione urbana non è utopia – afferma Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente – Le buone pratiche premiate oggi dimostrano che le città possono essere davvero quei cantieri di innovazione capaci di creare lavoro rigenerando e conferendo qualità e sicurezza agli spazi pubblici e alle abitazioni. È nelle città che si gioca la partita più importante".

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