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Biliardo: dalla sala alla scuola, la rivoluzione tra vittorie e lezioni

05 maggio 2015 | 09.37
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La stecca trova sempre più spazio tra le materie di studio grazie alla collaborazione tra la Federazione e un numero crescente di istituti. Il presidente Mancino: "Partiamo da un retaggio culturale negativo. In passato il biliardo era sinonimo di bische, ora è una disciplina che piace anche ai professori"

Una sala da biliardo (Infophoto) - INFOPHOTO
Una sala da biliardo (Infophoto) - INFOPHOTO

Prima si marinava la scuola e si andava a giocare a biliardo. Adesso, la stecca trova sempre più spazio tra libri, penne e quaderni. La 'rivoluzione' è uno dei fiori all'occhiello della Federazione italiana biliardo sportivo (Fibis) guidata dal presidente Andrea Mancino.

"Partiamo da un retaggio culturale negativo. Il biliardo è associato alla bisca, alla sala che gli studenti frequentano magari dopo aver marinato la scuola. Con il nostro progetto, varato già diversi anni fa, abbiamo dimostrato che il biliardo può integrarsi con le tradizionali materie scolastiche", dice Mancino all'Adnkronos.

"Attualmente, collaboriamo con circa una ventina di istituti in tutta Italia. E tante sono le scuole che vogliono attivare il programma. Il biliardo diventa un 'argomento' durante l'ora di educazione fisica o, in alternativa, rientra tra le attività extrascolastiche. Ai ragazzi piace e anche i docenti evidenziano l'effetto positivo: è una disciplina che richiede attenzione e concentrazione", aggiunge. La collaborazione con le scuole rappresenta una delle pietre miliardi del movimento.

"Abbiamo circa 20.000 tesserati che svolgono attività agonistica ogni settimana. Accanto a questo zoccolo duro, ci sono gli amatori che giocano nei circoli senza partecipare alle competizioni federali. Abbiamo circa 1000 circoli affiliati e per ogni tesserato ci sono 5 amatori che impugnano la stecca. La Lombardia è la regione numero 1, seguita dall'Emilia Romagna, dalla Toscana e dal Piemonte".

"La nostra diffusione è capillare e abbraccia di fatto ogni fascia di età. In un evento a Saint Vincent, recentemente, abbiamo avuto in tabellone un giocatore di 80 anni e uno di appena 12. Il caso ha voluto che venissero abbinati", spiega il presidente, ora al lavoro per l'appuntamento clou dell'annata già impreziosita dai trionfi individuali e a squadre negli Europei di Magdeburgo.

A Milano, dal 17 al 27 settembre, andranno in scena il World Championship 5-Pins & International Cup Boccette. "Volevamo a tutti i costi riportare i Mondiali in Italia, dopo un'attesa che durava dal 2009. Nel torneo di settembre adotteremo la Formula Open. In passato, al tabellone venivano ammessi solo i migliori 32 giocatori. Ora, oltre ai 32 concorrenti indicati dalla federazione internazionale, c'è spazio anche per gli 8 che supereranno le selezioni. In pratica, abbiamo davvero i migliori al mondo", dice prima di snocciolare i nomi azzurri che possono puntare in alto.

Le speranze azzurre sono legate ad una rosa di nomi: "Aniello, Maggio, Quarta, Mannone. Sappiamo che il livello del 5 birilli è molto alto. Tra i rivali, attenzione particolare alla Germania. "I tedeschi sono davvero temibili. Hanno lavorato nel recente passato per creare un vivaio di alto livello e stanno raccogliendo i frutti dell'operazione".

L'appuntamento iridato può diventare una tappa nel processo di crescita dell'intero movimento. "Per riuscirci, dobbiamo essere capace di ragionare in maniera professionale prima ancora che professionistica", dice Mancino.

Per ora, l'universo anglosassone dello snooker rimane lontano. "Lo snooker può contare su risorse e mercati che per ora sono fuori dalla nostra portata. In generale, la passione è un ingrediente fondamentale e ne abbiamo in abbondanza. Magari pochi sanno che le trasmissioni delle partite di 5 birilli, su RaiSport, ottengono risultati migliori rispetto a quelle di snooker su altre emittenti".

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