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Dalle penitenze 'a vita' alle espiazioni 'soft', gli Anni Santi in pillole

28 novembre 2015 | 18.42
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Bonifacio VIII in un affresco di Giotto . 1300 circa - San Giovanni in Laterano
Bonifacio VIII in un affresco di Giotto . 1300 circa - San Giovanni in Laterano

Dalle penitenze 'a vita' a forme di espiazione più 'soft', gli Anni Santi in pillole dal 1300 ad oggi per arrivare al Giubileo straordinario dedicato alla Misericordia indetto da papa Francesco che si aprirà il prossimo 8 dicembre. In quasi mezzo secolo l'Anno Santo si è andato via via arricchendo, con una Chiesa che ha rivisto prassi e tante rigidità, andando sempre più incontro ai fedeli. Basta leggere l'ultimo contributo di mons. Rino Fisichella, a capo della macchina organizzativa del Giubileo dedicato alla Misericordia, 'Gli anni santi nella storia della Chiesa' (edizioni Lev) per rendersi conto dell'evoluzione del Giubileo nel tempo. Il termine 'giubileo' compare per la prima volta nella bolla di Paolo II (1470).

Nel 1300, anno in cui Bonifacio VIII indiceva il primo Anno Santo della storia, l'espiazione dei peccati era legata a lunghi digiuni, pellegrinaggi infiniti. C'era anche una sorta di interdizione dai pubblici uffici.

I pellegrinaggi per ottenere l'indulgenza erano così lunghi che Bonifacio VIII ( e dopo di lui altri papi) scriveva nella bolla di indizione dell'Anno Santo: "il Sommo Pontefice vuole che ottengano pienamente l'indulgenza tutti coloro che, messisi in cammino per ottenerla, siano morti o durante il viaggio oppure in Roma, quando ancora non era stato soddisfatto il numero di giorni fissato per conseguire l'indulgenza stessa".

Sarà papa Urbano VIII (nel 1625) a stabilire che quanti sono impossibilitati ad arrivare a Roma potevano comunque accedere al dono dell'indulgenza. L'indulgenza, dunque, da allora non è più legata al lungo pellegrinaggio a Roma e alla visita alle quattro basiliche pontificie.

Alessandro VI, nel 1500, dopo la battaglia di Lepanto che vide contrapposti i Turchi e Venezia, volle aprire di persona la porta santa nella basilica di S. Pietro. "Il papa - evidenzia Fisichella nell''Opera omnia' dei giubilei - volle certamente dare un segno forte. Il ruolo svolto dalla porta aurea di San Giovanni in Laterano veniva affiancato, ma, in qualche modo, trasferito alla basilica del Vaticano". Fino all'Anno Santo del 1975 le porte erano murate sia all'esterno, sia all'interno delle basiliche.

Succedeva che nel giorno dell'inizio del Giubileo, il Papa aveva in mano un martelletto che percuoteva tre volte sul muro della porta prima che la parete fosse abbattuta. Paolo VI decise, invece, che le porte non dovevano più essere murate all'esterno. Niente più cazzuola, dunque, in mano al Pontefice.

In ottocento anni di storia, i giubilei hanno registrato precedenti da Guinness; un esempio su tutti: Leone XIII, a novant'anni suonati, volle varcare la porta santa in ginocchio. "Lui stesso - registra il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione - diventava segno eloquente di penitenza e umiliazione". La porta santa veniva riaperta dopo settantacinque anni.

Bando a conversazioni mondane ed inutili, ammoniva Benedetto XIII, nel 1724, esortando vescovi, primati e patriarchi ad "istruire con paterne esortazioni e moniti coloro che intendono compiere il sacro pellegrinaggio e dite loro che non inseguano i desideri del mondo, non si intrattengano in inutili conversazioni ma parlino delle realtà divine".

Leone XIII, indicendo il Giubileo del 1900, utilizzò un approccio più soft nei confronti dei fedeli penitenti impossibilitati, per una qualsiasi plausibile ragione, a sottoporsi a lunghe penitenze. E così accordò l'indulgenza "purchè veramente pentiti, confessati e comunicati".

Giubileo come richiamo alle situazioni e alle grandi sofferenze che i fedeli si sono trovati a vivere. Pio XI, all'indomani della grande guerra mondiale indiceva l'Anno Santo del 1925: "Viste le condizioni in cui ci troviamo, voglia il cielo che un tale evento apporti un significativo miglioramento in tutta la società. La carità per lungo tempo assopita, a causa della guerra, è la sola necessaria per restaurare la pace duratura".

Anche Papa Pacelli (1950) mise al centro della bolla Jubilaeum maximum il richiamo alla pace e alla riconciliazione. A Roma arrivarono un milione e mezzo di fedeli, "cifra esorbitante per quel periodo", ricorda Fisichella.

L'ultimo giubileo è quello del Duemila con Giovanni Paolo II che istituì la Gmg: nella capitale arrivarono due milioni di giovani. L'8 dicembre si aprirà il Giubileo della Misericordia indetto da Francesco. Tra le novità, l'arrivo di seicento missionari da tutto il mondo che potranno perdonare quei peccati che sarebbero prerogativa del Papa. Il segno tangibile della misericordia.

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