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Musica: Dall'Ongaro,consapevolezza rinnovamento e condivisione per S. Cecilia

20 febbraio 2015 | 17.53
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Eletto oggi con 29 voti su 56 votanti, spiega che "in un momento in cui mancano risorse economiche, occorre valorizzare quelle umane e dare vita a progetti seri". E sulla programmazione, "non serve pesare le percentuali tra tradizione e contemporaneità nei programmi, ma fare proposte di livello al pubblico che è sempre attento e attivo"

Da sinistra: Michele Dall'Ongaro e Bruno Cagli (foto Musacchio & Iannello) - Musacchio & Ianniello
Da sinistra: Michele Dall'Ongaro e Bruno Cagli (foto Musacchio & Iannello) - Musacchio & Ianniello

"Consapevolezza, rinnovamento e condivisione". Sono le tre parole 'magiche' del neo sovrintendente, presidente e direttore artistico dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Michele Dall'Ongaro, per guidare verso il futuro la fondazione lirica romana, che insieme alla Scala di Milano ha recentemente ottenuto l'autonomia gestionale dal Mibact. "E' una responsabilità grossa, ma la cosa positiva è che non abbiamo una crisi da sanare, dobbiamo soltanto potenziare quello che fino ad ora è stato fatto di buono", sottolinea Dall'Ongaro intervistato dall'Adnkronos.

Il neo presidente spiega che le votazioni di oggi "si sono svolte in un clima di grande tranquillità e serenità" (lui ha ottenuto 29 voti contro i 22 di Giorgio Battistelli su 56 votanti, ndr) e manifesta "grande rispetto per i risultati raggiunti da Bruno Cagli" (suo predecessore in carica dal 2003 a oggi, ndr). "Ho imparato a conoscere la 'macchina Accademia' da quando ne sono vicepresidente - dice Dall'Ongaro - e mi sono reso conto del suo straordinario staff artistico e tecnico. In questo momento in cui mancano le risorse economiche un po' dappertutto, occorre valorizzare le risorse umane e dare vita a progetti".

"Questo Paese - aggiunge - investe quello che può su un bene riservato a una minoranza, quindi grazie, ci faremo bastare i fondi. Anzi, valorizzeremo ancora di più questo bene e Santa Cecilia, con la sua orchestra, il suo coro e il suo direttore musicale Antonio Pappano hanno grande competenza e tradizione. Pappano inoltre è perfetto perché coniuga il rigore del meridionale con la fantasia dei britannici. E' un pragmatico con la grande capacità di fare sentire la musica vicina a tutti. Questa è una delle possibili chiavi di volta per cambiare il rapporto con sponsor, mecenati e Stato".

'Al pubblico occorre fare proposte serie di fronte alle quali reagisce'

Secondo Dall'Ongaro serve quindi grande capacità progettuale per ottenere risorse economiche: "Oggi gli sponsor, ma anche lo Stato e gli enti locali, hanno voglia di condividere progetti. Occorre però volgere lo sguardo anche fuori dai nostri confini. Stiamo partecipando al progetto Europa Creativa legato all'innovazione della musica - sottolinea il sovrintendente - che speriamo di vincere, ma abbiamo cominciato a guardare anche ai Paesi del Golfo, molto interessati a una realtà come Santa Cecilia, con coro, orchestra, direttore e staff di grandissima esperienza e tradizione. L'Accademia ha il core business nella stagione concertistica, che coinvolge quasi novemila spettatori a settimana, ma fa anche tantissime altre attività, dalle tournée internazionali, all'alta formazione con i corsi di perfezionamento, all'orchestra giovanile, la biblioteca, etc.".

Ma non basta. Secondo il neo presidente sovrintendente "il coro e l'orchestra di Santa Cecilia devono appartenere a Roma, andare in giro per la città che ha molte chiese, auditorium naturali per un certo repertorio". Quanto alla programmazione, Dall'Ongaro non ha dubbi: "Serve uno sguardo e un progetto, non basta invece una semplice valutazione delle percentuali sul rapporto tra tradizione e contemporaneità nei programmi. Di fronte a una proposta seria - dice - il pubblico reagisce perché è sempre attento e attivo. Certo, gli abbonati sono il tesoro di un'istituzione come Santa Cecilia, ma questo non vuol dire lasciarsi andare alla pigrizia. Diffido molto da chi crede di sapere cosa vuole il pubblico, perché a mio avviso questo è un modo per obliterare la propria ignoranza".

Dall'Ongaro manifesta una "fiducia illimitata nella capacità di percezione del pubblico", anche se secondo lui questa capacità "va allargata lavorando molto di più sul turismo e sui giovani". E non disdegna, anzi intende "potenziare l'uso dei nuovi media, dei social network e di internet. 'Pappano in Web' è un'esperienza che funziona bene e va potenziata. Insomma - conclude - servono consapevolezza, rinnovamento e condivisione, perché la musica è una cosa molto complicata che va rispettata. E' una strana dea alla quale più dai, più ti restituisce".

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