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Moda: Damir Doma, 'ecco il mio nuovo Frankie Morello'

20 settembre 2019 | 21.29
LETTURA: 3 minuti

Punto e a capo per il brand che riparte sotto la direzione creativa dello stilista croato al debutto con la spring-summer 2020

(Afp)
(Afp)

di Federica Mochi
Reset, si riparte. Il nuovo corso di Frankie Morello porta la firma di Damir Doma, l'eclettico stilista croato alla prima prova come direttore creativo dell'etichetta meneghina. "E' un nuovo capitolo per questo brand - spiega Doma all'Adnkronos, parlando della spring-summer 2020 presentata stasera a Milano - che non ha nulla a che vedere con la mia estetica tradizionale. Per me è una grande sfida, volevo iniettare nuova energia nel progetto".

Tre mesi di tempo per pensare, elaborare, creare. Tre mesi nei quali Doma ha messo tutto sé stesso: lo spirito urbano, il movimento, la ricerca sulle forme e sui colori. "Ho iniziato a lavorarci solo a giugno, e tre mesi sono davvero pochi per mettere insieme una collezione - ammette - ma è stato emozionante sin dall'inizio poter fare parte di una trasformazione così forte per questo brand". Uno spirito completamente diverso rispetto ai codici di Frankie Morello, che Doma si è impegnato a riscrivere iniettando nuova linfa, fatta di pragmatismo e raffinatezza. Di contrasti forti e sfumature impalpabili.

"A differenza delle collezioni che creo di solito per la mia label - osserva Doma - e nelle quali rifletto spesso la mia biografia, questa collezione è più sperimentale, è un mixare e remixare. Sono capi che mi hanno dato leggerezza e luce". La primavera-estete per lui e per lei è costruita attorno a quattro parole chiave: bold, urban, sensuale e ironico.

Mood che si riflettono nelle stampe, nei tagli chirurgici dei tessuti, nei volumi pieni, decisi, rotondi, appunto, nei colori: i blu, il denim dipinto, i fucsia e i moka, il bianco laccato delle vernice liquida. Contrasti che si annullano anche nelle stampe. "Volevo qualcosa a fiori - spiega lo stilista - e negli abiti ho voluto imprimere questa idea della memoria intesa come un qualcosa di indistinto, di sfumato". Il daywear è casual, perché, rimarca Doma, "volevo che le persone apparissero moderne, vicine al corpo. Ecco perché ho abbandonato le forme oversize, sperimentando nuove identità".

Identità che si riflettono nelle giacchine sartoriali, nei pantaloni bianchi di vernice, nei crop top con la schiena nuda, nelle tasche cargo di gonne e pantaloni, nei tie-dye e nel patchwork delle scarpe: "Non ho voluto tacchi alti - dice lo stilista - ma sandali flat, che preferisco". E poi i particolarissimi mosquito hats, dei cappellini con visiera e retina. "Avevo quest'idea dell'uomo e della donna di città che camminano nel deserto e sulla spiaggia" spiega ancora lo stilista.

Non mancano timidi accenni di sensualità, specialmente nella donna, con tessuti trasparenti e tagli cut. "Quando abbiamo un'intuizione dobbiamo seguirla - confessa Doma - e credo che in Frankie Morello le cose non vadano troppo spiegate, devono essere libere di correre veloci, di essere rapide, intuitive". Un'utopia forse, che però stasera si fa immaginazione, sogno.

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