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Danza, Fuori Programma Festival, torna all'India Aterballetto

12 luglio 2021 | 16.07
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In programma il 12 luglio all'Arena Teatro India

Un'immagine di Preludio il brano firmato da Diego Tortelli per Aterballetto in scena a Roma all'India il 12 luglio
Un'immagine di Preludio il brano firmato da Diego Tortelli per Aterballetto in scena a Roma all'India il 12 luglio

Aterballetto sarà a Roma il 12 luglio ore 19,45 con 'Corpi/Bodies', un evento ad hoc per il Fuori Programma – festival internazionale di danza contemporanea, alla sua sesta edizione, dedicata alla Geografia delle relazioni. 'Corpi/Bodies' sarà un evento che riprende un progetto della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, appositamente riallestito per il festival, che il 12 luglio a Roma inaugura la parte di programmazione del festival all’Arena Teatro India.

Introdotto da un racconto del coreografo Diego Tortelli, protagonista di questo progetto, che svela al pubblico le dinamiche del processo creativo. Corpi/Bodies è un programma di quattro pezzi firmati dal giovane coreografo. 'Maudit Reloaded' che riflette sull’abbandono alla follia del corpo e 'Another Story' che ripercorre la storia del gesto più temuto in questo periodo, l’abbraccio, entrambe su musiche degli Spiritualized, 'Preludio', creazione per cinque interpreti costruita attorno ad alcuni dei più intensi poemi e brani di Nick Cavee preghiera profana per celebrare il corpo. E, infine, 'Sonata in trio'.

Diego Tortelli, coreografo residente della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, insieme alla complicità di Gaia Clotilde Chernetich, dramaturg e studiosa di danza, racconta al pubblico come un’idea creativa possa essere trasformata in danza. Il coreografo mostrerà live, in modo semplice e coinvolgente, il processo creativo di una coreografia, accompagnato dalla danzatrice di Aterballetto Sandra Salietti Aguilera. L’incontro riprende un format nato da un laboratorio coreografico condotto da Gaia Clotilde Chernetich con i danzatori della compagnia.

in 'Maudit Reloaded' una danzatrice tramite il suo movimento spezzato vuole raccontare la tragedia e innovazione costante del corpo, una danza che non aspetta il tempo che scorre, ma che lo plasma a suo compiacimento velocizzando e rallentando le ore per mostrarne la sua destrezza, bellezza, distorsione e memoria. La libertà dell’espressione corporale di questa poetica avviene attraverso l’abbandono alla follia del corpo.

Come il 'maudit' affronta il suo posto nella società distruggendo ogni legame razionale per abbandonarsi ad una esperienza propria, la danzatrice affronterà il riflesso della sua immagine ritratta nella fotografia, ridando vita, follia e fantasia al luogo in cui è stata ritratta, ricreando costantemente se stessa e dando un corpo e sensibilità alla città, essendo se stessa un soggetto poetico e meraviglioso.

'Another story' vuole raccontare la nuova storia del gesto più temuto e allo stesso tempo desiderato del 2020, colpito da un’epidemia globale, l’abbraccio. Un gesto così semplice come un abbraccio si è ora reinventato aggiungendo infinite declinazioni al suo più basilare significato, trasformandosi nel desiderio più nascosto e all’opposto in un atto quasi 'terroristico', non perdendo comunque il suo significato profondo di condivisione carnale effettiva.

'Another story' diventa quindi un abbraccio solitario, un abbraccio condiviso, un abbraccio violento, dolente, faticoso ed anche desiderato, nascosto, intimo, idolatrato… l’unica previsione a cui non possiamo affidarci è come questo gesto semplice continuerà la sua mutazione. Quello che il coreografo Diego Tortelli intende fare è scrivergli un’altra storia da sentire e osservare mutuamente tra performer e spettatore.

'Preludio' è una creazione per 5 interpreti costruita attorno ad alcuni dei più intensi poemi e brani del cantautore australiano Nick Cave, uno dei più grandi esponenti del Post Punk. In questi suoi poemi Cave affronta l’intreccio tra temi come l'amore, il 'credo', la dipendenza, l'ossessione e la perdita intersecandosi tra di loro come se stesse raccontando una storia, un vissuto che può essere percepito da tutti tramite il suo uso delle note o del tono di voce. La sua forza è che non è indispensabile capirne completamente il contenuto o la risorsa di ispirazione per poter 'sentire' e 'farsi sentire'. Tramite la sua opera Cave sostiene che non dovremmo andare a teatro, a un concerto, a un museo, per comprendere, ma per porci delle domande e per arricchire noi stessi, per analizzare noi stessi.

"In uno dei suoi poemi, che compare come secondo brano nel mio lavoro, ho trovato la domanda che volevo pormi per questa creazione: Mah Sanctum (il mio credo) - spiega Tortelli - In cosa credo? Credo nel 'corpo', credo nella sua fragilità e forza, nel suo limite e nella sua espansione, nella sua capacità di cambiamento e costante trasformazione, credo nella sua contemporaneità, ma anche alla sua capacità di continuare a provare quelle emozioni che ci sono state tramandate".

"Credo nella sua violenta bellezza e spaventosa fragilità - aggiunge il giovane coreografo - In questo lavoro ricerco soprattutto su queste ossessioni, compulsioni, dipendenze, contrasti trasformando i corpi dei 5 danzatori non in uomini e donne, ma in stimoli emotivi. Stimoli che sono partecipi di poemi scritti dei quali basterebbe comprenderne il fatto che non si concludono lì sulla scena. 'Preludio - conclude- è la mia preghiera profana, la mia lettera d'amore al corpo, il mio credo di oggi".

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