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Danza, le rivolte dei Black Lives Matter, in scena al ReF Jan Martens

27 settembre 2022 | 20.01
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Lo spettacolo, in scena il 28 e il 29 settembre all'Auditorium Parco della Musica per il Romaeuropa Festival, cita nel titolo la dichiarazione del presidente cinese Xi Jinping in occasione delle proteste dei giovani a Hong Kong, 'Ogni tentativo finirà con corpi schiacciati e ossa frantumate'

Un'immagine della compagnia   diretta da Jan Martens in scena all'Auditorium Parco della Musica di roma il 28 e il 29 settembre - (Phile Deprez)
Un'immagine della compagnia diretta da Jan Martens in scena all'Auditorium Parco della Musica di roma il 28 e il 29 settembre - (Phile Deprez)

Coreografo fiammingo, riconosciuto internazionalmente come uno dei protagonisti della danza contemporanea, Jan Martens torna a Romaeuropa il 28 e 29 settembre all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone con 'Any attempt will end in crushed bodies and shattered bones', un inno alla ribellione, alla disobbedienza civile, alla resistenza, alla marcia verso il progresso. Appropriandosi dei linguaggi che caratterizzano le estreme polarizzazioni dei nostri giorni, Martens porta in scena una società in miniatura, un gruppo eterogeneo di performer, professionisti e non professionisti tra i 16 e i 69 anni di età che rivendicano la propria voce all’interno della danza.

"In tempi di estrema polarizzazione, questo gruppo mette da parte i dogmi sociali per riconoscere e abbracciare una gamma di identità distinte. Essere in modo disinibito se stessi, nella vita e nell'arte, con il palcoscenico come banco di prova ideologico", afferma il coreografo. Con un titolo che fa esplicitamente riferimento alla brutale dichiarazione del presidente cinese Xi Jinping in occasione delle proteste a Hong Kong ('Ogni tentativo finirà con corpi schiacciati e ossa frantumate'), il lavoro di Martens guarda l’onda globale di rivolta di questi ultimi anni, dal Black Lives Matter alle marce dei giovani attivisti per il cambiamento climatico, e fa proprie le musiche di protesta da Abbey Lincoln di Max Roach a Lauryn Hill fino a Concerto per Clavicembalo e Orchestra d’archi di Górecki, passando per Kae Tempest.

Esteticamente rigoroso, minimale, geometrico e nonostante questo inguaribilmente romantico, il coreografo continua la sua esplorazione dell’animo umano orientando il suo sguardo alla dimensione della folla.

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