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Darnis (Iai): "Macron chiama Draghi? Rapporto con Germania non sempre facile"

17 marzo 2021 | 17.57
LETTURA: 2 minuti

"Il presidente francese dimostra così due cose: che le relazioni con Berlino, per quanto privilegiate, sono molto dialettiche e che l'ex presidente della Bce si avvia a diventare il 'grande saggio' dell'Europa dopo l'uscita di scena della Merkel"

Mario Draghi(Photo by Tiziana FABI / AFP)
Mario Draghi(Photo by Tiziana FABI / AFP)

Emmanuel Macron che chiama Mario Draghi sui vaccini dimostra due cose: che il rapporto fra Francia e Germania, per quanto privilegiato, non è affatto facile, come si tende a credere, e che l'ex presidente della Bce si avvia a diventare il 'grande saggio' dell'Europa dopo l'uscita di scena tra qualche mese di Angela Merkel. Jean Pierre Darnis, consigliere scientifico dello Iai e professore di relazioni franco-italiane all'università di Nizza, legge in questa chiave il colloquio telefonico di ieri tra il presidente francese ed il premier italiano su AstraZeneca, un colloquio avvenuto dopo la 'sorpresa' registrata all'Eliseo, secondo quanto si apprende a Parigi, per la fuga in avanti della Germania sullo stop al siero anglo-svedese.

"Che Macron chiami Draghi per avere una sponda nel rapporto con la Germania fa vedere due cose - spiega Darnis all'Adnkronos - La prima, fondamentale, è che il rapporto tra Parigi e Berlino, diversamente da quanto credono gli italiani, non è facile: c'è grande convergenza, ma allo stesso tempo spesso i leader ed i governi hanno posizioni diverse, e questo è comunque molto sano. Si smonta l'idea che non ci sia un rapporto dialettico fra Francia e Germania: lavorano insieme, ma spesso hanno posizioni distanti".

Il secondo elemento che emerge da quella telefonata è che "esiste un effetto Draghi, Macron chiama Draghi perché è autorevole, era da tanto che in Italia non c'era alla guida del governo una personalità così nota a livello internazionale e di così grande esperienza". E dunque, sottolinea l'esperto francese, con la cancelliera Merkel "in uscita dopo il voto di settembre nel quale non si ricandiderà e con Macron già in campagna elettorale in vista delle elezioni del prossimo anno", l'ex presidente della Bce si avvia a diventare "il grande saggio" in Europa, diventando "funzionale alla stabilità della leadership europea".

Non solo: Darnis osserva come il contatto diretto sin dal primo giorno di Draghi con Merkel e Macron "fa vedere all'Italia cosa potrebbe essere una vera triangolazione con Francia e Germania, una triangolazione in cui comunicare e decidere con questi Paesi non significa allinearsi, ma avere una dialettica".

Importante sarà a questo punto il Trattato del Quirinale fra Francia e Italia, che dovrebbe istituzionalizzare i rapporti tra i due Paesi sul modello del Trattato dell'Eliseo fra Francia e Germania e che sarebbe quasi pronto. E sul rapporto fra Roma e Parigi ha un peso anche l'arrivo alla guida del Pd di Enrico Letta, "primo leader politico italiano che ha davvero una rete di contatti francesi - chiosa il consigliere dello Iai - In Italia non c'è mai stato un leader politico tornato da sette anni di lavoro a Parigi, con contatti con tutto l'establisment francese".

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