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Migranti: Davutoglu alla Ue, 3 mld euro non bastano a fermare flusso

22 gennaio 2016 | 12.26
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Il premier turco chiede un approccio condiviso alla crisi dei rifugiati

 - AFP
- AFP

I tre miliardi di euro stanziati a novembre dall'Unione Europea per aiutare la Turchia a fermare il flusso dei migranti verso il Continente non bastano. Lo sostiene il primo ministro turco Ahmet Davutoglu nel giorno dell'incontro con la cancelliera Angela Merkel a Berlino. Affermando che quella dei migranti ''non è una crisi turca'', Davutoglu ha spiegato alla Dpa che ''quella dei rifugiati sarà uno dei temi in agenda'' dell'incontro con Merkel, ma si parlerà anche di ''lotta al terrorismo, collaborazione tra intelligence e questioni regionali, Siria, Iraq, Medioriente e Balcani''.

Tornando alla questione dei rifugiati, Davutoglu ha ricordato che ''la Turchia è il Paese più colpito'' dall'arrivo di migranti e affermato che ''noi non stiamo esportando una crisi, ma una crisi è stata esportata in Turchia. Ora è diventata una crisi europea''. La Turchia, ha ricordato, ospita ''2,5 milioni di rifugiati dalla Siria e altri 300mila dall'Iraq. La Turchia ha speso circa 10 miliardi di dollari per i rifugiati. Ci sono molte cose da fare, insieme alla Ue e alla comunità internazionale. Ma nessuno può aspettarsi che la Turchia si prenda tutto il carico da sola''.

Azioni Ankara contro Pkk continueranno fino a disarmo curdi

A proposito dell'assistenza finanziaria disposta dalla Ue, il premier turco ha detto che ''tre miliardi di euro servono solo a dimostrare la volontà politica di condividere il carico. Nessuno sa quando durerà. Non stiamo elemosinando soldi alla Ue. Ma se c'è una seria volontà di affrontare insieme la questione, dobbiamo sederci e parlare di ogni dettaglio della crisi''.

Lontana, invece, l'ipotesi di sedersi al tavolo con i militanti del Pkk per una soluzione della crisi interna che dura da quarant'anni. ''Il Pkk è un'organizzazione terroristica - ha affermato Davutoglu - Nel 2013 avevamo iniziato un processo, la cui base era il disarmo del Pkk. Nel 2013 hanno promesso di lasciare la Turchia e abbandonare le armi, ma poi hanno pensato di poter riprendere a combattere. Nessun Paese democratico tollera la presenza di gruppi armati e terroristi. E' responsabilità del governo mantenere l'ordine pubblico''. A proposito delle azioni dell'esercito contro il Pkk, Davutoglu ha spiegato che ''continueranno fino a quando abbandoneranno le armi e smetteranno di minare le vie delle città''.

'Sicuro che un giorno Turchia sarà un membro Ue'

A proposito dell'adesione della Turchia alla Ue, Davutoglu ha parlato di ''obiettivo strategico'' e di ''sviluppo positivo per trovare una soluzione alla questione cipriota. Sono sicuro che un giorno la Turchia diventerà membro della Ue''. A proposito della libertà di espressione, Davutoglu ha detto che ''non ci sono limitazioni'' e che ''molti dei giornalisti in carcere lo sono dagli anni Novanta e che sono tutti arrestati per azioni illegali che non hanno a che fare con attività giornalistiche''.

Davutoglu ha infine detto che ''condividerà con l'intelligence tedesca tutti i dettagli delle indagini'' sull'attentato kamikaze costato la vita a dieci turisti tedeschi la scorsa settimana a Istanbul. ''Esprimo ancora le condoglianze mie e a nome dei 78 milioni di turchi. Per tutti noi è stato un grande dolore''.

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