"Il mio punto di vista, di cristiano prima che di prete, non è quello meramente giuridico. Io direi che il problema non è soltanto di ordine penale ma anzitutto etico". Lo afferma all’AdnKronos Don Vittorio Rocca, docente di Teologia Morale allo Studio Teologico S. Paolo di Catania e referente diocesano del Cammino Sinodale, in merito al ddl M5s-Leo che inasprisce le pene per i clienti delle prostitute. "Non ha senso - aggiunge- punire con sanzioni chi va con prostitute quando si tollera che ci siano case di appuntamento e interi quartieri nelle grandi città adibiti alla prostituzione". "Significherebbe - osserva Don Rocca- che il proibizionismo a senso unico colpirebbe qualche povero disgraziato mentre i benestanti continueranno a frequentare ‘escort’ come se nulla fosse. L'unica conseguenza sarebbe solo economica".
"Le prostitute d'alto bordo - dice Don Rocca- aumenteranno i prezzi e quelle sulla strada abbasseranno i prezzi per carenza dei timorosi clienti con poco reddito". "Da un punto di vista - prosegue- morale, usare denaro per sfruttare il corpo di un'altra persona per il proprio piacere sessuale rappresenta un tradimento della dignità della persona. Non si può commercializzare la relazione sessuale. Fare l'amore non può essere comprare sesso. Si comprano le cose e non le persone".
"L'altro - conclude Don Rocca - non è mai un oggetto, una merce, uno strumento da asservire ai propri impulsi. A forza di andare avanti sui ‘minima immoralia’, come cantava Franco Battiato, continueremo a calpestare la dignità delle persone e dei loro corpi".
(di Francesco Bianco)