
Dopo l'approvazione in Cdm del progetto Calderoli, un appello a forze politiche, sindacali e sociali
L’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del Ddl sull’Autonomia differenziata rappresenta "un salto di qualità in direzione della divisione del Paese, della rimessa in causa dei diritti universali e dei fondamenti della Repubblica, nata dalla Liberazione e definita dai principi costituzionali". Lo affermano i Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata in una nota appena diffusa. "Dopo discussioni, ipotesi, pre-intese, progetti mai realizzati -proseguono- siamo a un’accelerazione che mette le forze politiche e sindacali che hanno a cuore l’unità del Paese e la difesa dei valori della Carta di fronte a una nuova responsabilità".
"La presidente Meloni nonché Fratelli d’Italia -formazione che basa la propria esistenza (a partire dal suo nome) e il proprio programma su precise rivendicazioni di carattere nazionalistico- hanno abbassato la testa pur di mantenere integri gli equilibri di governo e procedere con gli alleati verso il proprio progetto di presidenzialismo, consentendo così il passaggio del Ddl Calderoli e tenendo fede allo scambio concordato in campagna elettorale".
Da parte sua, il ministro Calderoli ha portato avanti una questione che riguarda "l’attribuzione della potestà legislativa esclusiva alle regioni su ben 23 materie e quindi la violazione palese del principio di uguaglianza tra cittadine e cittadini del Paese sulla base del certificato di residenza, e quindi l’aumento esponenziale delle diseguaglianze, tutto in tempi rapidissimi per tirare la volata al proprio partito, la Lega, nelle imminenti elezioni regionali della Lombardia". (segue)
'Dibattito finalmente aperto nel Paese: ora le forze politiche e sindacali'
Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia "per calcoli politici elettoralistici e per spinte interne" intendono andare fino in fondo: "questo governo approva il Ddl Calderoli mentre nel Paese si levano numerose voci contro l’Ad, mentre costituzionalisti, esponenti del mondo economico, della cultura, della scienza, dell’arte e del giornalismo lanciano l’allarme sul pericolo incombente -sostengono i Comitati No Ad- Benché possa contare sui voti della maggioranza, questo scellerato progetto può essere fermato, ma non solo in Parlamento. Occorre una mobilitazione di massa che porti in piazza centinaia di migliaia di persone per il ritiro del provvedimento e lo stop al governo".
"Noi fin dal 2019 abbiamo lanciato l’allarme: ora ribadiamo ciò che ha portato alla saldatura tra forze politiche, sindacali e oltre 30 sigle della società civile poi confluite nel Tavolo No Ad. Adesso è responsabilità delle organizzazioni sindacali e politiche, ognuna per la forza che ha, unirsi e dare luogo a questa manifestazione e fare di tutto per il ritiro del Ddl. Il dibattito finalmente aperto in Italia crea le condizioni per costruire un ampio consenso: non c'è tempo da perdere".