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Ddl Zan-Vaticano, Pillon: "Terremoto senza precedenti Stato-Chiesa"

22 giugno 2021 | 11.36
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Il senatore leghista: "Per la prima volta nella storia il Vaticano prende carta e penna e scrive all'ambasciatore italiano"

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Per Simone Pillon "il ddl Zan provoca un terremoto senza precedenti nelle relazioni tra Stato e Chiesa. Per la prima volta nella storia il Vaticano prende carta e penna e scrive all'ambasciatore italiano per lamentare il grave pericolo che una proposta di legge in esame alle camere possa violare il Concordato", scrive su Facebook, il senatore della Lega, membro della Commissione Giustizia del Senato, ricordando "il duro lavoro di questi mesi, la puntuale e paziente informazione, la posizione ferma tenuta in commissione giustizia e sulla stampa dalla Lega e la marea di insulti che mi sono personalmente preso per le nostre dichiarazioni contro la legge sull'omofobia ora assumono una luce completamente nuova".

Per il leghista "la preoccupazione del papa deve essere stata particolarmente seria, visto che ha deciso di attivare una comunicazione ufficiale anzichè servirsi dei canali diplomatici riservati. Ricordo che il Concordato del 1929, integrato nel 1984, è norma di rango costituzionale, e dunque le leggi ordinarie non possono in alcun modo contraddirlo".

"La preoccupazione della Santa Sede riguarda esattamente quello che stiamo dicendo da mesi, e cioè che questa legge mette a rischio la libertà religiosa nel nostro Paese, e compromette la libertà di insegnamento e la libertà di associazione - sottolinea Pillon - . Penso ai predicatori arrestati in Gran Bretagna per aver letto la Bibbia, ai genitori incarcerati per aver rifiutato la transizione ai loro bambini, ai politici e agli intellettuali sotto processo per aver sostenuto che siamo maschi e femmine.

"Forse ora il loro sacrificio servirà per salvare l'Italia dal dramma di una legge tanto pericolosa. Il gesto senza precedenti porterà conseguenze assai serie, ponendo una pregiudiziale invalicabile sulla strada del dibattito. Resta una interessante domanda: come mai il ministro Di Maio dopo tre giorni ancora non mi risulta aver trasmesso la nota al Senato? Oggi in commissione Giustizia affronteremo il tema. Non si tratta di aver ragione o torto, nè di essere più o meno cattolici. Si tratta semplicemente di fermare una legge ingiusta, sbagliata e pericolosa", conclude il leghista.

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