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Teatro: successo per la prima de 'Il Marchese del Grillo' con Montesano

10 dicembre 2015 | 19.54
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Prima de 'Il Marchese del Grillo'
Prima de 'Il Marchese del Grillo'

Il rumore degli zoccoli dei cavalli in strada, poi la musica a sancire l’arrivo di tre antiche ed eleganti carrozze in un tripudio di applausi, mani in aria con i telefonini, telecamere e flash impazziti di fotografi: è stato un ingresso trionfale e di grande spettacolarità, che ha catapultato tutti nelle atmosfere della Roma papalina di inizio ‘800, l’omaggio scelto dal Patron del Teatro Sistina e regista dello spettacolo Massimo Romeo Piparo per accogliere ieri sera, mercoledì 9 dicembre, il numerosissimo pubblico accorso ad assistere alla Prima nazionale assoluta de 'Il Marchese del Grillo'.

Un debutto molto atteso in una serata che fin da subito ha avuto il sapore di un evento: per la prima volta infatti il film di Mario Monicelli viene portato a teatro in un Musical, con la presenza nel ruolo che fu di Alberto Sordi, il mitico Marchese Onofrio del Grillo, di un altro gigante della scena italiana, Enrico Montesano, amatissimo dal pubblico romano.

Da vero mattatore, l’attore ha onorato questa maschera immortale portando sul palco un’interpretazione piena di verve e carisma, degna del suo incredibile talento. "Il Sistina è il Teatro romano per eccellenza e sono felice di essere qui con una commedia musicale che incontra il gusto del pubblico - ha detto l’attore - amo molto questo personaggio: mi ci sono avvicinato con rispetto e umiltà, e lo faccio alla mia maniera".

Seduti in platea, in un teatro gremito fino alle gallerie, moltissimi personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo e della cultura, della politica e dello sport che non hanno voluto perdersi la possibilità di riscoprire il ritratto memorabile di uno dei personaggi più rappresentativi della romanità attraverso uno spettacolo coinvolgente, allegro e di grandissimo livello artistico, oltre che ricco di spunti di riflessione.

Tra i presenti Pippo Baudo e Giancarlo Magalli, Barbara Palombelli e Francesco Rutelli, Roberto Formigoni e Alessandro Di Battista, Claudio Lotito e Andrea Lo Cicero, e poi Samuela Sardo, attrice e moglie del regista, Serena Autieri, Barbara De Rossi, Roberta Lanfranchi, Giulia Luzi, Cesare Bocci, Stefano Masciarelli, Silvan, Giucas Casella, Zeudi Araya, Erminia Manfredi, Maria Paola Trovajoli e lo chef Alessandro Circiello, Gaia De Laurentis, Beppe Convertini, Patrizia Pellegrino. A giudicare dall’entusiasmo che si respirava in platea, il successo del debutto è stato travolgente e rappresenta un ottimo auspicio per le repliche che accompagneranno tutto il periodo delle festività natalizie.

Scritto per il teatro da Gianni Clementi, Enrico Montesano e Massimo Romeo Piparo, con le musiche originali composte e arrangiate dal Maestro Emanuele Friello, le coreografie di Roberto Croce, le scene “sistiniane” di Teresa Caruso, i costumi d’epoca di Cecilia Betona, lo spettacolo porta in scena un cast di oltre 30 artisti, tutti calati nei panni dei personaggi: primo fra tutti il Ricciotto del film di Monicelli, Giorgio Gobbi, che ancora una volta farà rivivere il celebre servitore del Marchese, e poi Giulio Farnese (lo zio Prete), Tonino Tosto (papa Pio VII), Monica Guazzini (la Marchesa Madre), Dora Romano (madre di Faustina/moglie di Gasperino), Michele Enrico Montesano (Capitano Blanchard/Guardia Svizzera), Benedetta Valanzano (Olimpià).

"Il Marchese del Grillo – dichiara il regista Massimo Romeo Piparo - illumina Roma in un momento molto particolare della propria storia contemporanea. La schietta filosofia di vita di Onofrio del Grillo pervade l’intera commedia di rimandi attualissimi e tremendamente affini con la realtà a cui tutti i romani devono quotidianamente fare fronte: Giustizia corrotta, una Chiesa in bilico tra il debole potere spirituale e il più ammaliante potere temporale, il tremendo dilemma dell’essere e dell’apparire, il dramma dei più poveri contrapposto al cinismo dei potenti. Tutti argomenti che sembrerebbero fotografare l’attuale sistema-Italia e ancor più l’inesorabile declino di Roma Capitale, ma che invece sono scaturiti quasi mezzo secolo addietro dalla felice intuizione di grandi Maestri della Commedia italiana della seconda metà del ‘900".

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