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Decreto carceri, tensione alla Camera: espulso dall'aula il leghista Buonanno

05 febbraio 2014 | 18.23
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Decreto carceri, tensione alla Camera: espulso dall'aula il leghista Buonanno

Roma, 5 feb. (Adnkronos/Ign) - Ancora tensioni alla Camera durante l'esame del decreto legge che interviene sul sovraffollamento carcerario. Il presidente di turno dell'Assemblea, Luigi Di Maio, ha espulso il deputato della Lega Giancarlo Buonanno.

Il parlamentare del Carroccio, protagonista già martedì di uno sventolio di manette in aula, è infatti tornato ad attaccare il provvedimento, che, a suo dire, rappresenterebbe tra l'altro un favore alla mafia e, dopo essere stato richiamato all'ordine per tre volte, è stato allontanato dall'Aula.

Buonanno si è poi impegnato a non ripetere azioni del genere e ha chiesto di poter rientrare in aula alla Camera. Un 'pentimento' di fronte al quale la presidente Laura Boldrini ha deciso di riammettere "in via eccezionale" il deputato leghista.

Intanto, continua l'ostruzionismo dell'opposizione. Durante l'esame del cosiddetto svuota-carceri il dibattito parlamentare, sia in Aula che in Commissione Giustizia, "è stato decapitato, con tanto di bavaglio alle opposizioni", denunciano i deputati M5S nel corso di una conferenza stampa.

Il dl svuota-carceri "non servirà - sottolinea Federico D'Incà, capogruppo M5S alla Camera -, è una toppa presentata da un governo fallimentare. E' un indulto mascherato. Il testo concede sconti di pena anche a condannati per mafia, per omicidio e per stupro".

Giulia Sarti, deputata del M5S, sottolinea: "Noi non siamo contro il braccialetti elettronici, ma c'è un evidente ed enorme conflitto d'interessi per il ministro Cancellieri. Ne viene incentivato l'uso mentre in Telecom, ad occuparsi di questo, c'è il figlio".

Del sovraffollamento delle carceri è tornato a parlare anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Noi siamo con le spalle al muro", ha dichiarato. "Dobbiamo metterci in regola, soprattutto per la nostra coscienza" dopo la sentenza della Corte dei diritti dell'uomo contro l'Italia.

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