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Decreto Natale 2020, cosa ha detto Conte oggi in conferenza

18 dicembre 2020 | 22.20
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Decreto Natale 2020, cosa ha detto Conte oggi in conferenza

"Il virus circola in tutta Europa, servono ulteriori misure. Interveniamo subito". Giuseppe Conte illustra il Decreto Natale con le misure che verranno attuate nel periodo di Natale per arginare la diffusione del coronavirus e trasformeranno l'Italia in zona rossa e zona arancione in base al calendario. La stretta sarà valida fino al 6 gennaio. "Non stiamo perdendo tempo. Le misure vanno dal 24 dicembre 6 gennaio, si tratta solo di intervento ulteriore su un piano natalizio predisposto con anticipo. Detto questo, noi abbiamo sempre detto che ci muoveremo sulle evidenze scientifiche, se il nostro Cts ci dice che si preannuncia una circolazione del virus, non solo in Italia ma in Europa, che richiede misure, noi difendiamo il paese e interveniamo subito, come abbiamo sempre fatto con coscienza", dice il premier.

“Le misure messe in campo e il sistema a zone hanno funzionato, questo metodo ci ha permesso di evitare il lockdown generalizzato. Quando siamo partiti con questo metodo, l’Rt era a 1,7 e lo abbiamo riportato a 0,86. Tutte le regioni ragionevolmente nei prossimi giorni potrebbero entrare in zona gialla, ma la situazione resta difficile e lo è in tutta Europa. Il virus continua a circolare dappertutto, si lascia piegare ma non sconfiggere. I nostri esperti temono che la curva possa subire un’impennata nel periodo natalizio, il Cts ha espresso forte preoccupazione. Dobbiamo intervenire, non è una decisione facile, per rafforzare le misure necessarie per affrontare le prossime festività in modo da cautelarci meglio in vista della ripresa delle attività a gennaio. Abbiamo adottato un decreto che offre un punto d’equilibrio tra la stretta e le deroghe, in considerazione dell’importanza sociale e ideale che le festività hanno”, spiega.

"L’intero territorio nazionale sarà zona rossa nei festivi e nei prefestivi: 24-27 dicembre, 31 dicembre, 1-3 e 5-6 gennaio 2021. Si esce di casa solo per ragioni di lavoro, necessità e salute. E’ possibile ricevere nella propria abitazione sino a 2 persone non conviventi, che potranno portare 2 figli minori di 14 anni, dalle 5 alle 22. E’ una misura pensata per consentire un minimo di socialità". E i controlli? "Un sistema liberaldemocratico non manda la polizia nelle case. Noi non entriamo nelle case degli italiani. Il decreto è stato concepito come limite alla circolazione delle persone. Si esce con l’autocertificazione nei giorni prefestivi e festivi. Chi circola per strada, dichiara dove va. Se va in un’abitazione, poi eventualmente dopo si potrà verificare".

"E’ consentita l’attività motoria nei pressi della propria abitazione e l’attività sportiva in forma individuale. Ci sarà la chiusura di centri estetici, bar e ristoranti. Restano aperti alimentari, supermercati, farmacie, tabaccherie, lavanderie, parrucchiere e barbieri. I luoghi di culto saranno aperti fino alle 22", illustra Conte.

"Nei giorni in cui l’Italia è zona arancione (28-30 dicembre e 4 gennaio) ci si potrà spostare all’interno del proprio comune senza giustificare il motivo. Per venire incontro a chi abita nei comuni più piccoli, sono permessi gli spostamenti dai comuni fino a 5mila abitanti per un raggio di 30 km, senza raggiungere però i capoluoghi di provincia. I negozi saranno aperti fino alle 21", dice prima di soffermarsi sugli aspetti economici.

"Inizio la conferenza più tardi perché volevano inserire immediate misure di ristoro, comprendiamo le difficoltà economiche e comprendiamo il sacrificio che chiediamo agli operatori coinvolti. Abbiamo adottato meccanismi di ristoro rapidi e automatici, abbiamo sospeso tributi e contributi. Misure restrittive e nuovi aiuti economici devono viaggiare insieme, chi subisce danni economici deve essere subito ristorato. Questo decreto prevede ristori per circa 645 milioni a favore di ristoranti e bar costretti alla chiusura in questo periodo. Ci sono beni e negozi aperti, si potranno acquistare nell’ambito del programma cashback", dice Conte.

"Abbiamo davanti la fine di questo incubo, ci avviamo al ‘vaccine day’: il 27 dicembre in Italia e in altri paesi europei ci sarà il giorno del vaccino. Non risolveremo il problema il 27 dicembre, dovremo attendere i primi mesi dell’anno. Interverremo con il piano vaccinale che abbiamo presentato. Offriamo il vaccino come facoltativo, non prevediamo l’obbligo. Sarà un vaccino sicuro e sarà offerto a tutti, speriamo che tutti si predispongano a sottoporsi a questo trattamento. Dobbiamo rimanere concentrati, senza abbassare la soglia di attenzion", afferma.

Capitolo scuola: "A questo governo sta particolarmente a cuore la ripresa dell’attività in presenza, anche per le scuole superiori di secondo grado che in questo periodo sono passate alla didattica a distanza. Abbiamo programmato un recupero della didattica in presenza a partire dal 7 gennaio e stiamo lavorando tantissimo per questo. I tavoli presso le prefetture stanno funzionando molto bene. Rimaniamo convinti che la scuola non sia focolaio di contagio, ma tutto quello che ruota attorno alla scuola va disciplinato con un’organizzazione flessibile".

L’ultima settimana è stata caratterizzata dalla verifica di governo. "I chiarimenti sono necessari a noi per recuperare coesione, chiarezza di intenti e condivisione di obiettivi e sono auspicati dai cittadini, che non possono tollerare incertezze da parte delle forze di maggioranza. Abbiamo urgenza di completare questo percorso di confronto. Ho raccolto indicazioni dalle forze di maggioranza, dovremo definire una lista di priorità, torneremo a confrontarci tutti insieme e dovremo dire al paese, al di là della sfida della pandemia, dove vogliamo andare. In questo discorso c’è anche il Recovery Plan, che dobbiamo approvare tutti insieme nel confronto con le parti sociali e con il Parlamento".

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