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Del Bravo (Ismea): "Nel complesso agroalimentare ha reagito meglio a crisi pandemica"

16 luglio 2021 | 15.46
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Primi segnali recupero da marzo 2021

(Fotolia)
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L’agroalimentare ha nel complesso reagito meglio alla crisi pandemica, rispetto agli altri settori economici. Ma anche qui vanno fatti dei doverosi distinguo tra filiere molto esposte verso il circuito horeca come il lattiero caseario, l’ittico, il vino o dipendenti dai flussi turistici come l’agriturismo o ancora dalle cerimonie come il florovivaistico e altre che invece hanno superato quasi indenni questo periodo complesso, addirittura in qualche caso rafforzandosi”. Lo dice, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, Fabio Del Bravo, responsabile Servizi di mercato Ismea.

“Uno scenario molto diversificato quindi - spiega - anche da azienda ad azienda, che ha visto premiate le realtà che hanno saputo adattarsi con maggiore agilità al contesto, riorganizzando la rete di vendita e orientandosi direttamente al consumatore finale anche mediante l’e-commerce”.

“Per quanto riguarda il 2021 - osserva - i primi segnali di recupero e di ripartenza sono rintracciabili già dal mese di marzo. È infatti dalla fine del primo trimestre che migliorano una serie di indicatori economici. Nel 2020, l’agroalimentare è stato uno dei pochi settori a registrare un segno positivo dell’export, ancorché in frenata. Nel 2021, dopo un avvio piuttosto faticoso a gennaio, un graduale recupero a febbraio, marzo e aprile hanno fatto segnare ottimi segni positivi e complessivamente il settore segna un +7% rispetto al primo quadrimestre del 2020 che era stato solo parzialmente toccato dagli effetti del Covid, e aveva fatto registrare a sua volta incrementi importanti sul 2019”.

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