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Delitto del catamarano, De Cristofaro evade durante un permesso premio

28 aprile 2014 | 18.41
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Delitto del catamarano, De Cristofaro evade durante un permesso premio

Livorno, 28 apr. (Adnkronos/Ign) - E' evaso dal carcere di Porto Azzurro Filippo De Cristofaro, condannato all’ergastolo per l’omicidio della skipper Annarita Curina avvenuto 26 anni fa.

De Cristofaro sarebbe dovuto rientrare nel penitenziario dell'isola d'Elba lunedì 21 aprile dopo un permesso premio di tre giorni in occasione della Pasqua, ottenuto per buona condotta, da trascorrere a Portoferraio, il maggior centro dell'isola, ospite di una comunità di accoglienza.

Le indagini della polizia coordinate dalla Procura di Ancona cercano di accertare anche se il detenuto abbia potuto godere di complicità all'Elba per darsi alla fuga, utilizzando anche una barca per raggiungere la terraferma.

Da qualche tempo, sulla base di un giudizio favorevole al suo comportamento, De Cristofaro svolgeva un lavoro esterno al carcere. Era stato trasferito all'isola di Pianosa per far parte di una piccola comunità di carcerati che svolge attività di manutenzione della struttura che fino a metà degli anni '90 era sede del carcere di massima sicurezza per i boss mafiosi.

Dopo il permesso premio trascorso a Portoferrario, il 21 aprile De Cristofaro non è rientrato sull'isola di Pianosa, dove alloggiava in un edificio che è diramazione del carcere di Porto Azzurro.

L'uomo era già evaso nel 2007 dal carcere di Opera.

26 ANNI FA IL DELITTO DEL CATAMARANO - Era il 28 giugno 1988, quando al largo di Marzocca di Senigallia (Ancona) venne recuperato da un peschereccio il cadavere di Annarita Curina, skipper 34enne. Per l'omicidio della donna, uccisa a colpi di machete, De Cristofaro fu condannato all'ergastolo con l'accusa di averla uccisa con la complicità della sua compagna olandese, la 17enne Diana Beyer. Movente del delitto, rubare ad Annarita il catamarano e veleggiare per il mondo con la sua amica.

I due avevano affittato il catamarano della skipper, l'Arx, ma il loro vero piano era impadronirsi dell'imbarcazione per poi fuggire in Polinesia. Il 10 giugno l'omicidio: Diana, secondo i giudici spinta dall'amante, pugnalò al fianco la skipper mentre stava riposando sottocoperta. Ma fu De Cristofaro a finirla con un machete che si trovava a bordo. Entrambi gettarono poi il corpo in mare. Quando fu ritrovato il corpo senza vita di Annarita, a bordo dell'imbarcazione era già salito un amico olandese della coppia, in seguito condannato per il furto del natante. I tre furono poi rintracciati dalla polizia in Tunisia, mentre tentavano di fuggire dopo aver abbandonato la barca.

Processata dal tribunale dei minori, il 17 dicembre 1988, Diana Beyer venne condannata a sei anni e sei mesi di reclusione. Più pesante la condanna per De Cristofaro: 30 anni in primo grado, pena tramutata nell'ergastolo in Appello e in Cassazione, il 5 giugno 1991.

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