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L.Stabilità: Dell'Aringa, nessun problema su sgravio Irap a chi non ha dipendenti

22 dicembre 2014 | 14.44
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L'economista politico commenta la misura contenuta nella legge di Stabilità e su cui i tecnici della Camera hanno avanzato rilievi.

Carlo Dell'Aringa - (foto Labitalia)
Carlo Dell'Aringa - (foto Labitalia)

"Non vedo problemi sulla norma contenuta nella legge di stabilità che interviene sull'Irap introducendo, a decorrere dal 2015, un credito d’imposta in favore delle imprese che non si avvalgono di lavoratori dipendenti". E' l'opinione espressa con Labitalia da Carlo Dell'Aringa, economista politico e già sottosegretario al Lavoro nel governo Letta, a proposito dei rilievi alla legge di stabilità avanzati dai tecnici della Camera, che hanno sollevato un dubbio sulla compatibilità della misura con le norme europee (e dunque sull'ipotesi di un'eventuale procedura di infrazione) per un 'beneficio limitato a specifiche categorie di contribuenti'.

"Ritengo invece che la ratio della misura sia esattamente opposta: nel momento in cui vi sono agevolazioni per aziende che hanno dipendenti, è giusto estendere, a maggior ragione, il vantaggio fiscale anche alle aziende private che non si avvalgono di lavoratori dipendenti", spiega Dell'Aringa.

Il credito d'imposta sull'Irap previsto per chi non utilizza dipendenti è pari al 10%, ed è in vigore dal 2015 ma utilizzabile dal 2016. Secondo la Relazione tecnica che accompagna la legge di stabilità il suo valore è di un minor gettito di 163 milioni di euro all'anno per 2016, 2017, 2018.

Per Dell'Aringa, "questo credito d'imposta è una misura di equità e rende la norma più generale". I tecnici della Camera hanno anche evidenziato che questa misura, 'premiando' chi non ha lavoratori alle dipendenze, potrebbe in una qualche maniera produrre "effetti connessi a possibili comportamenti elusivi (lavoro sommerso) adottati al fine di fruire del credito d’imposta".

"Non vedo proprio -obbietta Dell'Aringa- questo forte incentivo al lavoro nero. Per gli imprenditori 'nascondere' l'occupazione non sarebbe un vantaggio significativo, per via del rischio delle pesanti sanzioni. Direi -conclude- che il gioco non vale la candela".

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