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Descalzi (Eni): "Investiremo 4-5 miliardi per la decarbonizzazione"

25 ottobre 2021 | 15.31
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L'ad di Eni intervenendo all'incontro organizzato dall'Università Milano-Bicocca: "Ci siamo presi il rischio dei bond sostenibili perché crediamo nel nostro piano di transizione e per dare una ragione economica al piano di transizione stesso, altrimenti sono solo parole".

L'ad di Eni Claudio Descalzi con la rettrice dell'università Milano Bicocca, Giovanna Iannantuoni
L'ad di Eni Claudio Descalzi con la rettrice dell'università Milano Bicocca, Giovanna Iannantuoni

"Abbiamo investito su delle tecnologie che adesso sono proprietarie, che ci permettono di sviluppare nuovi progetti e questo è quello che stiamo facendo. Investiremo valori molto vicini a 4-5 miliardi, soprattutto nello sviluppo e realizzazione di nuovi impianti, soprattutto nell’ambito dell’economia circolare, nella cattura della CO2, della mineralizzazione della CO2 e poi tutta la parte di circolarità sui prodotti. Il nostro obiettivo è quello di riuscire a dare dei prodotti completamente decarbonizzati, in modo tale che tutti i nostri clienti non abbiamo il problema della produzione della CO2 quando consumano i prodotti". Lo ha detto l’ad di Eni, Claudio Descalzi, a margine dell’incontro 'Innovazione e ricerca per accelerare la transizione tecnologica verso un futuro più sostenibile' all’Università Milano-Bicocca con la rettrice Giovanna Iannantuoni.   

"La ricerca scientifica serve moltissimo su questo - ha aggiunto Descalzi - perché noi non siamo utility ma lavoriamo nella trasformazione industriale. Poi però serve il futuro a lungo termine, quello fatto da grossi investimenti industriali, come ad esempio la fusione nucleare, quindi un qualcosa di completamente pulito, senza scorie, senza radioattività ma con la possibilità di avere delle sorgenti infinite per poter produrre energia. Cosa che dovremo fare sempre di più in una situazione demografica che fra 25 anni vedrà più di 2 miliardi di persone in più sulla Terra, soprattutto in continenti che hanno grossa povertà, sia energetica ma non solo, come l’Africa e l’Asia".   

"Ci siamo presi il rischio dei bond sostenibili perché crediamo nel nostro piano di transizione e per dare una ragione economica al piano di transizione stesso, altrimenti sono solo parole".

"Io - ha rimarcato Descalzi - probabilmente non ci sarò più, dopo il 2030 scompaio, e alle parole debbono seguire i fatti. Se non raccontiamo storie che nessuno potrà vedere allora sono solo bla bla bla. Dobbiamo prendere rischi personali ora per essere credibili, solo così diventano discorsi veri e credibili".

"C'è una grandissima opportunità, avremo la possibilità, come Italia, di avere accesso a un capitale a basso costo". Così ha risposto Descalzi alla rettrice Giovanna Iannantuoni che gli chiedeva cosa si aspetta dai fondi del Next Generation Eu.

"Anche l'università avrà una grandissima chance" ha osservato Descalzi, così come “"tutto ciò che è nuovo", come "l'idrogeno verde, l’idrogeno blu, l’elettrificazione, l’economia circolare, la cattura della CO2". Di questi investimenti "dobbiamo studiarne per ogni passo la sostenibilità economica altrimenti rimane tutto sulla carta".

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