Due detenuti, un italiano e un albanese, hanno provato ad evadere la notte scorsa dal carcere di Frosinone: uno ci è riuscito, l'altro è stato bloccato dal personale di polizia penitenziaria. A darne notizia è Massimo Costantino, segretario generale aggiunto della Cisl Fns del Lazio che "proprio sul carcere di Frosinone aveva quotidianamente segnalato la grave carenza di personale e sovraffollamento dei detenuti".
L'evaso è "un boss della camorra appartenente al clan Belforte", "un detenuto pericoloso", "ristretto ad Alta Sicurezza", afferma Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.
"Quel che è successo è gravissimo" prosegue il sindacalista che denuncia: "Sul muro di cinta non ci sono più neppure le sentinelle di controllo". Da mesi, continua, "denunciamo, inascoltati, la grave carenza organica di Polizia Penitenziaria del carcere e le criticità generali dell’Istituto, a cominciare anche da una evidentemente discutibile organizzazione generale dei servizi del personale".
Capece riferisce che il detenuto albanese, "è caduto dal muro di cinta ed è grave in ospedale". I due sono passati dalla cella, attraverso un buco, al tetto. Poi, con una corda fatta con le lenzuola, si sono calati all’esterno, dove "probabilmente li attendavano dei complici". I poliziotti che hanno bloccato l'albanse gli hanno trovato indosso due telefoni cellulari: "Questo fa pensare che l’evasione sia stata studiata nei minimi particolari".