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Detenuto si impicca in cella a Cosenza, mancavano due mesi alla libertà

30 aprile 2016 | 08.10
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Gli mancavano due mesi alla libertà: un detenuto italiano di 46 anni si è tolto la vita nel carcere di Paola, in provincia di Cosenza. Ha preso brandelli di una coperta, ha fatto una corda e si è impiccato, la scorsa notte, nella sua cella. L'uomo, secondo quanto riferiscono Donato Capece, segretario generale del Sappe e Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto, aveva tentato altre volte il suicidio ed era sempre stato salvato dalla polizia penitenziaria. Purtroppo, questa volta, è riuscito a mettere in atto il suo proposito.

Nei giorni scorsi "aveva anche provocato un incendio nella sua cella - aggiungono Capece e Durante -, per cui era stato necessario evacuare la sezione. Successivamente aveva anche rotto gli arredi della cella e aveva utilizzato un pezzo di ceramica del lavandino, per tentare di suicidarsi. L'uomo aveva più volte dichiarato di temere per la sua vita, tanto da pretendere di stare da solo in cella; in ogni caso l'amministrazione aveva provveduto a togliere tutto ciò che potesse servire per tentare il suicidio, ma nonostante tutti gli accorgimenti possibili è riuscito nel suo intento". Ogni anno, ricorda il Sappe, la polizia penitenziaria salva oltre 1000 detenuti che tentano di suicidarsi.

"La situazione in Calabria è sempre più difficile - afferma Damiano Bellucci, segretario nazionale per la Calabria - dove la carenza di personale rende difficoltoso il lavoro della polizia penitenziaria. Necessiterebbe un incremento di almeno 200 agenti, per gestire al meglio gli istituti calabresi".

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