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Sabine Devieilhe trionfa a Santa Cecilia e conquista Roma

20 aprile 2018 | 15.52
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Sabine Devieilhe e Nicola Luisotti
Sabine Devieilhe e Nicola Luisotti

di Pippo Orlando

"Quanto è bello cantare in questo auditorium, i pianissimi rendono proprio bene, ha una bella acustica". Parola di Sabine Devieilhe, che ieri sera ha trionfato all'Auditorium Parco della Musica per la Stagione sinfonica dell'Accademia di Santa Cecilia, dove ha eseguito tre temibili arie da concerto di Mozart, suoi cavalli di battaglia: 'Vorrei spiegarvi oh Dio', 'Alcandro, lo confesso' e 'Popoli di Tessaglia'. Tutte e tre scritte dal compositore salisburghese per la cognata Aloysia Weber che aveva un'estensione vocale straordinaria, fino al la sovracuto.

Accompagnata dall'Orchestra di Santa Cecilia diretta da Nicola Luisotti (che nella prima parte aveva eseguito l'Ottava sinfonia di Beethoven e nella seconda la Settima di Prokof'ev), Devieilhe, è stata letteralmente travolta dagli applausi alla fine di ogni aria, con richieste di bis dopo la terribile 'Popoli di Tessaglia', le cui terzine finali che salgono fino al sol sovracuto (la nota più acuta mai scritta per soprano) sono state scandite con precisione, messa a fuoco e tecnica fuori dal comune. In 'Vorrei spiegarvi oh Dio', inoltre, la sua voce perfettamente timbrata e intonata, non grande ma capace di 'correre' dalle prime alle ultime file della Sala Santa Cecilia (2.700 posti), ha gareggiato in bellezza con l'elegiaco fraseggio del primo oboe dell'orchestra ceciliana, Francesco Di Rosa.

Una vera rivelazione per il pubblico di Santa Cecilia, che dopo la potente voce di Amber Wagner, protagonista di Senta nell''Olandese volante' di Wagner diretto qualche settimana fa da Mikko Franck, adesso ha scoperto il puro belcantismo della Devieilhe, già incoronata due volte regina della lirica in Francia e da noi conosciuta solo attraverso tre album: uno dedicato a Rameau, tra i suoi compositori preferiti del barocco francese, un secondo dal titolo 'Mirage' (Erato), anche'esso premiato e dedicato al belcanto ottocentesco francese da Delibes a Massenet, e un terzo con le arie di Mozart, dal titolo 'The Weber Sisters' (Erato).

Se il suo modello, come ha detto lei stessa ai giornalisti giovedì scorso, è Mariella Devia per la purezza della voce e la longevità, non c'è dubbio che riuscirà a pareggiarlo. Devieilhe è più leggera e meno lirica della Devia, e appartiene alla schiera di 'usignoli' più vicini a Natalie Dessay che alle più 'drammatiche' Sills o Sutherland, capace di misurare ogni fiato, ogni suono, senza mai forzare e compromettere la voce. Del resto lei stessa ha dichiarato: "In questo momento devo avere molta cura della mia voce". E all'auspicio di un suo ritorno a Roma espresso da un fan che alla fine dell'esibizione di ieri è andata a salutarla in camerino: "Speriamo, mi piacerebbe molto", ha risposto entusiasta Devieilhe. Repliche stasera alle 20,30 e domani alle 18.

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