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Di Maio all'attacco, Tria non molla

19 settembre 2018 | 07.02
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Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

L'affondo arriva poco prima di mettere piede sull'aereo che lo porterà in Cina. Per la manovra, spiega il vicepremier Luigi Di Maio, Tria deve trovare le risorse. Quando mancano pochi giorni per avviare l'iter della legge di bilancio, gli azionisti dell'esecutivo M5S-Lega scalpitano per inserire nella manovra i propri cavalli di battaglia, ossia reddito di cittadinanza e flat tax. E il nervosismo è palpabile. Dalla Lega, parla Alberto Bagnai, senatore e presidente della Commissione Finanze di Palazzo Madama. "L'esigenza che il vicepremier solleva è un'esigenza sacrosanta dopo 10 anni di crisi - dice ospite a Porta a Porta -. Bisogna cominciare a dare respiro alle famiglie con reddito più basso". "Il ministro Tria - scandisce Bagnai- sta facendo una mediazione tecnica tra posizioni politiche. Ci sta che a volte queste posizioni siano accese".

Ma più che accesi, durante la giornata i toni sembrano farsi infuocati. A quanto apprende l'Adnkronos da autorevoli fonti M5S, l'offerta avanzata al vertice sulla manovra dal ministro del Tesoro Giovanni Tria è quella di rifinanziare il reddito di inclusione voluto da Matteo Renzi. Ritoccandolo al rialzo: un miliardo in più. Una proposta, quella del responsabile del Tesoro, che avrebbe mandato su tutte le furie il vicepremier Di Maio, surriscaldando l'incontro a palazzo Chigi.

Dopo il vertice di governo e la riunione notturna con i suoi, il vicepremier è tornato a battere cassa: Tria deve trovare le risorse. Di Maio è deciso a puntare i piedi per portare a casa il reddito di cittadinanza senza apportare modifiche rispetto alla proposta del M5S: 780 euro per i 5 milioni che, stando ai dati Istat, rappresentano la Popolazione in condizioni di povertà assoluta. E in serata, parlando a Dimartedì, su La7, Di Maio assicura: "Manterremo gli impegni, i soldi ci sono. Non sono uno di quei ministri che in campagna elettorale prometteva una cosa e poi al governo ne dice un'altra". La legge di bilancio "manterrà le promesse".

Tra le proposte avanzate durante il vertice a Palazzo Chigi dai 5 Stelle, a quanto apprende l'Adnkronos da autorevoli fonti pentastellate, c'è quella di tagliare i vitalizi agli ex consiglieri regionali. In caso di mancate 'sforbiciate', le regioni vedrebbero arrivare meno risorse dal governo centrale, con un vero e proprio taglio dei fondi corrisposti. Un nuovo vertice di governo per fare il punto sulla manovra e iniziare a mettere nero su bianco cifre precise per dare sostanza alla legge di bilancio potrebbe tenersi al rientro di Di Maio dalla Cina. Un'occasione per sedare le voci critiche che si alzano dal gruppo parlamentare grillino ma anche dal territorio.

Dal canto suo, Tria non molla. E non commenta le esternazioni del vicepremier Di Maio. Da Milano, per il Bloomberg European Capital Markets Forum, il titolare di via XX Settembre rassicura la platea di analisti, banchieri e imprenditori sui futuri "sforzi per ridurre il debito pubblico" delineando un piano per l'Irpef che "va ben oltre" la flat tax. Sul reddito di cittadinanza l'accenno è quasi di circostanza ("dobbiamo risolvere i problemi sociali alla base di questa necessità"), mentre sulla riduzione delle tasse l'apertura è netta. Ma tra i pilastri della legge di bilancio 2019 non mancherà spazio per investimenti pubblici, che il ministro vorrebbe riportare "almeno al 3% del pil" e per la lotta alla povertà, accentuata negli ultimi anni dall'impatto dell'evoluzione digitale, che "ha distrutto vecchi lavori creandone di nuovi".

E tra le ricette per crescere che sforna Tria vengono annoverati gli investimenti, in infrastrutture e non solo. "Il livello degli investimenti pubblici è sceso del 30 per cento negli ultimi anni - afferma Tria -. Devono tornare almeno al 3% del Pil: il 2% è troppo basso perché l’Italia competa e colmi il gap con il resto del mondo". Gli investimenti pubblici "sostengono lo sviluppo dell’economia nel medio e lungo periodo". In questo caso, "stanziare risorse è necessario, ma non è una condizione sufficiente per realizzarli: quello che vogliamo fare è rafforzare la capacità delle nostre amministrazioni di implementare i progetti".

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