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Di Maio: "Deficit al 2,4% nel 2019, poi si vedrà"

03 ottobre 2018 | 12.44
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"Il 2,4% resta per il 2019 sicuramente", poi si vedrà. Il vicepremier Luigi Di Maio ribadisce la linea dell'esecutivo anche se, "per il 2020 e il 2021, stiamo vedendo di accelerare l'abbassametno del rapporto debito-Pil con un intervento massiccio di tagli agli sprechi, di previsione della crescita più alta e di valorizzazione degli investimenti". Stessi numeri previsti anche dal vicepremier Matteo Salvini. "Il 2,4% nel 2019? Certo che è acquisito, non si discute, altrimenti i soldi per Fornero e altro... Quello è l'unica certezza, l'unico punto fermo". Sul Def, assicura Salvini, "conto di chiudere oggi, se ci vediamo è per quello". Ma, ribadisce, i soldi per "reddito di cittadinanza, Fornero, avvio della flat tax" ci sono ed è "tutto coperto".

Cercheremo di portare il rapporto debito-Pil più in basso - aggiunge il vicepremier 5 Stelle - investendo di più nelle norme di semplificazione del codice degli appalti, del codice di procedura civile e prevedendo una crescita che ci consentirà di non dover fare tutto questo deficit. Ma deve essere chiara una cosa: per il M5S o è la manovra del popolo o non ne vale la pena" rimarca Di Maio, per il quale nella manovra deve esserci "tutto quello che abbiamo sempre promesso agli italiani: altrimenti non ha senso andare avanti. Chi si illude, come alcuni centri studi in queste ore, tra cui quello di Confindustria, che il governo torna indietro sulle misure del contratto di governo, si sta facendo una cattiva idea dell'atteggiamento" di questo esecutivo.

REDDITO - E ancora: "Non è che non ci accontentiamo di meno di 10 miliardi... è che 10 miliardi, 9 più 1 per far partire i centri per l'impiego, è la manovra minima per far funzionare il reddito di cittadinanza" dice Di Maio, aggiungendo che "sarà erogato su una carta. Questo permette la tracciabilità, non permette evasione o spese immorali con quei soldi. E quindi permette di utilizzare questi soldi per la funzione per cui esiste: assicurare la sopravvivenza minima dell'individuo. E' chiaro che se vado con quella carta a comprare un 'gratta e vinci' o sigarette o a comprare dei beni non di prima necessità, la carta non funziona".

SPESE - Inoltre, "non taglieremo nulla alle spese sociali, questo deve essere chiaro. E soprattutto, il 2,4% nasce proprio dall'esigenza di tenere i conti in ordine su questi obiettivi" sottolinea il vicepremier a Montecitorio. "La trattativa in Europa sulla legge di bilancio è molto lunga. Dobbiamo spiegare bene quali sono i nostri obiettivi. Però dev'esser chiaro che se le dichiarazioni contro l'Italia sono alimentate da pregiudizi e non da discussioni sul merito della manovra, allora ci dicano se vale la pena andarne a discutere a Bruxelles".

VERTICE - Mentre i tecnici sono al lavoro sulle tabelle che accompagneranno la Nota di aggiornamento del Def, slitta il vertice economico che -dopo ieri sera- doveva aggiornarsi oggi attorno all'ora di pranzo. La riunione dovrebbe tenersi nel pomeriggio, e vedere nuovamente riuniti attorno al tavolo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell'Economia Giovanni Tria e il ministro degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi. Intanto nel tardo pomeriggio, alle 18, dovrebbe tenersi una riunione del pre consiglio dei ministri. E a chi gli chiede quando la nota di aggiornamento al Def arriverà in Parlamento, Di Maio risponde: "Le ultime riunioni che dobbiamo fare sono di rifinitura, ma deve essere mandato alle Camere".

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