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Di Maio: "Stop 15 mln fondi". Whirlpool: "Mai disdetto accordo"

11 giugno 2019 | 19.30
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La multinazionale: "Impegnati a trovare una soluzione che garantisca continuità"

Lavoratori Whirlpool al Mise (FOTOGRAMMA)
Lavoratori Whirlpool al Mise (FOTOGRAMMA)

Si prospetta un incontro vivace quello di mercoledì al Mise tra il vicepremier Luigi Di Maio, i rappresentanti di Whirlpool Italia e i sindacati, per il secondo round relativo alla cessione dello stabilimento di Napoli che mette a rischio il futuro di circa 430 lavoratori diretti. Le premesse ci sono tutte. Come promesso dallo stesso vicepremier, nell'incontro di martedì scorso, Di Maio ha firmato la direttiva con cui avviare la procedura di revoca di 15 milioni di incentivi: "Whirlpool che oggi dice di voler chiudere lo stabilimento di Napoli non ha tenuto fede ai patti. Vediamo se così torna a più miti consigli", denuncia.

Immediata la replica e la difesa dell'attività del Gruppo che Whirlpool affida ad una nota ufficiale: "Con rammarico Whirlpool Emea prende atto della dichiarazione rilasciata dal ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, di voler revocare gli incentivi concessi e di bloccare il pagamento su quelli richiesti, pur non avendo l’Azienda mai proceduto ad alcuna disdetta dell’accordo siglato" chiarisce, ribadendo la linea dell'ultimo incontro al Mise.

"In linea con il piano industriale firmato lo scorso ottobre, l’Azienda non intende procedere alla chiusura del sito di Napoli, ma è impegnata a trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e i massimi livelli occupazionali del sito", ripete riconfermando "la centralità dell’Italia e la volontà di continuare a lavorare con tutte le parti coinvolte per trovare una soluzione condivisa". Per questo dall'incontro di mercoledì, dice Whirlpool, "auspichiamo di poter iniziare il percorso con le istituzioni presenti e le organizzazioni sindacali volto a risolvere la vertenza".

Ma Di Maio, ancora con un post su Facebook, ribadisce critiche e ultimatum: "E' finita l'epoca del Bengodi dove si faceva quello che si vuole. E' finita l’epoca in cui le multinazionali firmano accordi, prendono i soldi dallo Stato e poi fanno quello che vogliono. Le aziende, gli imprenditori e i lavoratori italiani meritano rispetto", dice. Ma la 'voce grossa' del vicepremier trova i sindacati su sponde diverse. Se Cisl e Uil plaudono alla decisione di revocare i fondi pubblici, la Cgil chiede piuttosto che si vigili sull"applicazione degli accordi" su cui sono stati erogati gli incentivi.

"Non è che togliendo gli incentivi Whirlpool se ne può andare e chiudere gli stabilimenti, il punto è fare applicare gli impegni che sono stati presi" scandisce il leader Cgil, Maurizio Landini; mentre per la Uil di Carmelo Barbagallo "si tratta di un primo passo per porre un freno allo strapotere delle multinazionali"; Così come per la Cisl di Annamaria Furlan è una doppia "buona notizia" sia il fatto che Whirlpool non voglia chiudere il sito di Napoli, sia il fatto che "finalmente il Governo abbia finalmente battuto un colpo, annunciando la revoca degli incentivi a questa azienda".

Preoccupato anche il sindacato di Napoli, Luigi De Magistris, che prende con le molle le parole di Di Maio: "Mi auguro che si tratti di una dichiarazione tattica, perché a noi non interessa la partita 'tolgo o lascio i finanziamenti,' a noi interessa che l'accordo venga confermato", spiega prima di entrare nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino dove è prevista una seduta monotematica del Consiglio comunale di Napoli dedicato al caso Whirlpool.

"I finanziamenti - ricorda ancora de Magistris - erano legati, da come dice il Governo, alla conferma e al rilancio del piano industriale che comprendeva la sede di Napoli. Quindi il Governo deve fare in modo che l'accordo, venga confermato". Questa, dice ancora De Magistris, "non è una partita del Governo della Repubblica Italiana ma una partita della città di Napoli, di un'azienda di Napoli, lavoratrici e lavoratori di Napoli e dell'area metropolitana e delle loro rappresentanze sindacali. Se il ritiro del finanziamento serve per convincere la Whirlpool a capire che il Governo fa sul serio bene, se è già una ritirata per dire 'abbiamo perso e nel ritirarci incendiamo la città e mettiamo a fuoco', è qualcosa che ci interessa molto poco".

Posizione confermata, da lì a poco, dal documento approvato all'unanimità dal Consiglio comunale di Napoli che denuncia come Whirlpool "abbia sbarrato il sito di Napoli lasciando intendere l'inapplicazione del suddetto accordo e decidendo unilateralmente di non dare seguito a quanto sottoscritto".

Un durissimo colpo per il territorio che, si legge ancora nel documento, registra un tasso di disoccupazione tra i più alti d'Italia e un tasso di attività passato dal 53% nel 2004 al 50,5% nel 2018 mentre i processi di deindustrializzazione hanno impoverito il tessuto produttivo locale al punto da non rendere più attrattivo il territorio, nonostante importanti misure di defiscalizzazione e, più in generale, di attrazione degli investimenti. "La crisi Whirlpool è chiaro segnale di una precisa volontà di tagliare il Mezzogiorno, riproponendo la questione meridionale in termini di disagio, disoccupazione, disperazione", conclude il consiglio comunale.

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