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Diario elettorale: da 70 anni matita copiativa protagonista al seggio

18 maggio 2015 | 19.03
LETTURA: 2 minuti

Nel 1946 sostituisce penna e calamaio e traghetta l'Italia dalla monarchia alla Repubblica

Diario elettorale: da 70 anni matita copiativa protagonista al seggio

Da quasi settant'anni ha segnato, è il caso di dire, le sorti della politica italiana, a cominciare dallo storico referendum del 1946 che ha traghettato l'Italia dalla monarchia alla Repubblica. Anche in queste elezioni la matita copiativa sarà protagonista assoluta nei seggi elettorali, perchè solo con lei il voto è valido: nessun altro 'strumento' per contrassegnare la propria scelta sulla scheda elettorale, infatti, può essere utilizzato.

La matita copiativa, entrata nella cabina elettorale con il decreto legislativo luogotenenziale del gennaio 1946, ha sostituito gli ottocenteschi penna e calamaio, ma soprattutto è stata scelta perchè considerata a prova di broglio: la sua mina infatti, oltre alla grafite contiene coloranti derivati dall'anilina e dei pigmenti, solubili in acqua. Il suo tratto può essere cancellato solo per abrasione e svela ogni tentativo di cancellazione con un solvente, lasciando evidenti macchie sulla carta. Inoltre, se si cancella il segno utilizzando una gomma, viene rimossa solo la componente in grafite, lasciando visibili i pigmenti.

Le matite copiative sono proprietà dello Stato, marchiate sul fusto con la scritta Ministero dell'Interno-Servizio Elettorale. Al termine dello spoglio devono essere restituite. L'elettore che non lo fa va incontro ad una multa che può arrivare fino a 309 euro. Alla fine degli anni Ottanta, per dirimere una curiosa querelle, il Consiglio di Stato ha stabilito con una sentenza che il voto è valido anche se la matita viene umettata (come facevano in molti in cabina elettorale) con la saliva. Le sbavature, insomma, non invalidano il voto.

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