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Diario elettorale: da nord a sud parroci contro propaganda in chiesa

15 maggio 2015 | 04.00
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A Rovigo e a Giugliano prelati in rivolta, nella casa di Dio la politica non entri

Diario elettorale: da nord a sud parroci contro propaganda in chiesa

Non si può mischiare il sacro (la religione) con il profano (la politica). Su questo principio, i parroci, da nord a sud, si esprimono con una voce sola: fare propaganda in chiesa è 'peccato'. Due i casi finiti in questi giorni di campagna elettorale sui quotidiani locali. Il primo a Rovigo, dove Ugo Rigon, candidato della lista ‘Silvia Menon sindaco’, è finito sulla graticola per essere entrato in chiesa, con la spillina rosa della campagna elettorale in bella evidenza sul bavero della giacca. Un look che non è piaciuto né al parroco, né ai fedeli.

A Giugliano, in provincia di Napoli, per i candidati che non hanno rispettato la sacralità del luogo dedicato a Dio, è arrivata persino la 'scomunica': don Franco Palmieri, parroco della Chiesa San Giovanni Evangelista, dall’altare ha racconta ai fedeli di essere stato costretto a ripulire per ben due volte l’acquasantiera dai volantini di più di un candidato al Consiglio comunale. "Chi agisce così è un disonesto e non va votato", ha aggiunto il prelato. Quelli elettorali, insomma, sono gli unici 'santini' che non possono entrare in chiesa.

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