Il 28 febbraio scade il termine per la presentazione della dichiarazione Iva 2017 relativa all'anno d'imposta 2016. A partire da quest'anno la dichiarazione Iva - da effettuare in via telematica - va presentata in forma autonoma, fuori dalla dichiarazione dei redditi (ex modello Unico). Ma che succede se la trasmissione del modello avviene dopo la scadenza prefissata?
L'Agenzia delle Entrate spiega che "ai sensi degli articoli 2 e 8 del d.P.R. 22 luglio 1998, n. 322 e successive modificazioni, le dichiarazioni presentate entro novanta giorni dalla scadenza dei suddetti termini" (ovvero entro il 29 maggio 2017) "sono valide, salvo l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge".
Le dichiarazioni Iva che invece vengono presentate "con ritardo superiore a novanta giorni si considerano omesse, ma costituiscono titolo per la riscossione dell’imposta che ne risulti dovuta".
Per le dichiarazioni Iva presentate entro 90 giorni dal termine ultimo è previsto il pagamento della sanzione ordinaria minima di 258 euro ridotta a 25 euro (che corrisponde a un decimo del mimino previsto).
La sanzione per la dichiarazione Iva omessa, invece, va dal 120% al 240% delle ritenute non versate con un minimo di 258 euro.
Quest'ultimo tipo di sanzione si applica anche a
- presentazione della dichiarazione con ritardo superiore a 90 giorni;
- presentazione di dichiarazione priva di sottoscrizione, non regolarizzata entro 30 giorni dal ricevimento dell’invito da parte dell’ufficio;
- invio da parte dell’intermediario con ritardo superiore a 90 giorni.
La dichiarazione Iva non va confusa con il saldo Iva, ovvero l'importo che risulta dalla dichiarazione Iva 2017, il quale va pagato entro il prossimo 16 marzo.
