La dichiarazione precompilata potrebbe presto diventare una possibilità anche per le partite Iva. Ad avanzare l'ipotesi è stato il direttore dell'Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini in audizione ieri nella Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazione. Ruffini ha detto di augurarsi che "il prossimo Parlamento possa consentire l'introduzione di norme che consentano l'estensione della precompilata a tutti i soggetti contribuenti e quindi anche i titolari di partita iva, e quindi ai soggetti commerciali''.
Nel 2017 circa 2,5 milioni di contribuenti hanno utilizzato la dichiarazione precompilata. ''L'esperienza della dichiarazione precompilata - ha spiegato il direttore - può ora essere sviluppata anche per ulteriori adempimenti, razionalizzando e valorizzando il patrimonio informativo a disposizione dell'Agenzia''. Secondo Ruffini l'estensione della precompilata dovrebbe avvenire ''insieme all'introduzione della fatturazione elettronica, la progressiva introduzione in tutte transazioni, in modo da consentire anche al settore produttivo del paese questo rapporto invertito, e un cambio di paradigma, con l'Agenzia delle entrate''.
La dichiarazione precompilata, ha sottolineato il direttore, ''mostra un trend in termini quantitativi e qualitativi indiscutibilmente positivo'', partito con 1,4 milioni nel 2015. Nel tempo il modello ''si è gradualmente arricchito, con l’inserimento di un numero sempre più elevato di oneri detraibili e deducibili''. L’esperienza della dichiarazione precompilata, ha concluso Ruffini, ha funzionato e quindi, ora, deve essere ''ulteriormente sviluppata''.