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La dieta mediterranea salva la biodiversità

16 ottobre 2020 | 13.19
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Riconosciuta non solo dall’Unesco ma da numerose evidenze scientifiche, perde terreno proprio in Italia

(Fotolia)
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In Italia potremmo ridurre del 36% la perdita di biodiversità e del 28% la domanda di terre coltivate, se scegliessimo tutti di rivedere i nostri stili alimentari ogni giorno. E' la stima del Wwf che in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione lancia il #Menu4Planet, raccomandazioni per il consumo sostenibile sulle tavole degli italiani.

Sono diete 'amiche del pianeta' quelle a basso impatto ambientale, che contribuiscono alla sicurezza alimentare e a uno stile di vita sano, che rispettano la biodiversità, gli ecosistemi e usano in modo efficiente le risorse naturali (e umane). Come la dieta mediterranea, modello di alimentazione sostenibile, riconosciuta non solo dall’Unesco ma da numerose evidenze scientifiche.

Purtroppo, denuncia il Wwf, nel nostro Paese la dieta mediterranea è a 'rischio di estinzione' per via di una serie di fattori come l’urbanizzazione, le difficoltà economiche e il ritmo di vita frenetico, che stanno modificando la nostra alimentazione e i nostri modelli di consumo verso modelli troppo ricchi di carne e altri derivati animali, prodotti trasformati, industriali e da fast food.

Secondo le stime del Wwf, l’Italia potrebbe ridurre dell’80% le emissioni di gas serra derivanti dagli attuali consumi alimentari diminuendo principalmente il consumo di carne rossa e latticini. Le emissioni della carne si ridurrebbero di quasi 10 volte e quelle dei latticini di 2,6 volte. Il sequestro del carbonio associato ai cambiamenti nelle diete può giocare un ruolo fondamentale nella mitigazione dei cambiamenti climatici in Italia. I risultati della ricerca di Wwf dimostrano che grazie a questo tipo di modifiche dei regimi alimentari è possibile sequestrare 61 Mt CO2eq l’anno.

In Italia complessivamente assumiamo circa 2 kg di cibo al giorno (2055,1 g/giorno). Con una dieta amica del pianeta la nostra assunzione di cibo si dovrebbe ridurre del 20% arrivando a poco più di 1,6 Kg al giorno (1640,8 g/giorno). A ridursi dovrebbero essere i consumi di latte e derivati, che dovrebbero diminuire del 60% rispetto al consumo attuale, il consumo di carne rossa che dovrebbe ridursi di oltre l’80% a fronte di un aumento di 4 volte del consumo di legumi e frutta secca.

La tradizionale culinaria italiana ha già in sé tutti gli elementi e le caratteristiche per essere una cucina amica del Pianeta, perché impiega prodotti di provenienza locale, dà grande valore agli ingredienti di origine vegetale, utilizza materie povere e di stagione, è varia e sana.

“Nonostante le nostre tradizioni alimentari siano considerate sane e sostenibili, noi italiani stiamo cambiando abitudini a tavola e fuori. Stiamo andando contro corrente rispetto a quelle che sono le esigenze del Pianeta e la direzione verso cui il sistema alimentare si deve muovere nei prossimi anni", afferma Eva Alessi, responsabile consumi sostenibili e risorse naturali di Wwf Italia.

"Agli italiani - aggiunge - basta poco per rivedere le proprie abitudini, in senso sostenibile: dando centralità a verdura, frutta, legumi e cereali, si determinerebbe un’enorme risparmio in natura e salute e soprattutto regaleremmo alle generazioni future la possibilità di non doversi confrontare con gli effetti drammatici della malnutrizione, dell’assenza di sicurezza alimentare aspetti esacerbati dal cambiamento climatico e dai disastri ecologici.”

Il Wwf invita anche le istituzioni e le aziende a fermarsi e ascoltare questo appello perché il benessere dell’ambiente in cui viviamo e da cui preleviamo le risorse deve essere tutelato e preservato per poterci dare sostentamento anche un domani e per dare un futuro alla biodiversità con cui conviviamo.

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