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Dieta squilibrata, fumo e pigrizia: universitari italiani rimandati in stili di vita

03 novembre 2015 | 11.42
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Dieta squilibrata, fumo e pigrizia: universitari italiani rimandati in stili di vita

Hanno una dieta povera di frutta e verdura; fumano, consumano vino e birra ogni settimana, e non amano molto l'attività sportiva. E' il ritratto degli universitari italiani disegnato da una ricerca promossa dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica di Roma e dall'Istituto superiore di sanità, i cui dati sono stati resi noti dai risultati dell'indagine 'Sportello Salute Giovani'. Una fotografia da cui emerge che gli studenti sono 'rimandati' in stili di vita e i maschi vanno peggio delle studentesse. La ricerca integrale, pubblicata sugli Annali dell'Iss, ha riguardato stili di vita e comportamenti di 8.516 studenti di 10 atenei italiani (di Nord, Centro e Sud del Paese), tra i 18 e i 30 anni: 5.702 donne (67%) e 2.814 uomini (33%), età media 22,2 anni.

L'università può far male alla salute. Niente di serio, ma disturbi "quasi giornalieri come cefalea, mal di stomaco, mal di schiena, stanchezza, nervosismo, vertigini e difficoltà ad addormentarsi". A riferirlo è il 25,8% degli universitari intervistati, soprattutto donne. Troppe anche le cattivi abitudini: il 24% degli studenti universitari italiani fuma, mentre circa il 40% ha provato almeno uno 'spinello' e il 2% consuma altre droghe (in prevalenza cocaina). Il 42,2% beve birra, vino o liquori almeno settimanalmente. Lo 0,9% ha ammesso di aver fatto utilizzo di sostanze dopanti. Questi comportamenti sono in generale più frequenti fra i maschi.

Solo 4 universitari su 10 seguono le raccomandazioni nazionali per il corretto consumo quotidiano di frutta e appena 2 su 10 quelle relative all'assunzione delle giuste quantità di verdura. Soltanto l'8,5% degli studenti consuma 5 pasti al giorno, più di uno su 3 non fa colazione regolarmente ogni mattina e l'11,3% consuma quantità eccessive di caffeina.

Secondo l'indagine, inoltre, sono troppi gli studenti sedentari: circa il 30% non svolge attività fisica. E un numero consistente di universitari cede alle lusinghe di 'Bacco e tabacco': 3 studenti su 10 hanno l'abitudine al fumo e 4 su 10 consumano settimanalmente vino e birra. La maggior parte degli universitari ha un indice di massa corporea nel range di normalità, con un 13,7% in sottopeso e un 11,2% in sovrappeso o obeso. I maschi sono più in sovrappeso o obesi (18,5% e 7,5%), mentre sottopeso e anoressia sono molto più frequenti tra le femmine (19,4% e 2,3%).

Scarsa attenzione alla salute riproduttiva per 3 studentesse su 10, che dichiarano di non essersi mai sottoposte a controlli ginecologici. Mentre è "altissima l'attitudine verso le nuove tecnologie, con rischio di abuso e dipendenza", evidenza il report. Tutti gli studenti (uomini e donne) hanno almeno un telefono cellulare e 7 su 10 usano smartphone per essere sempre connessi. Il 25,8% degli universitari non fa alcuna attività fisica, con le donne (30,5%) più sedentarie degli uomini (16,2%).

"Indagini come questa dell'università Cattolica, che esplora le abitudini e i comportamenti dei nostri giovani, rappresenta un prezioso strumento per poter programmare la prevenzione primaria soprattutto in vista dell'aumento dell'aspettativa di vita - afferma Walter Ricciardi, presidente dell'Iss - Questi dati ci impongono di prestare una maggiore attenzione in tutte le politiche, e non solo in quelle sanitarie, all'educazione agli stili di vita salutari. Il vantaggio è doppio, individuale e collettivo: essere anziani con un buon tempo da spendere e poter affrontare una spesa sanitaria maggiormente sostenibile".

In fondo basta poco per fare la differenza, assicurano i ricercatori: offrire porzioni di frutta e verdura a prezzi modici al posto del cibo spazzatura in caffetterie, bar e distributori automatici delle università; prevedere palestre, campi di calcio o pallavolo interni, o convenzioni con strutture esterne; educare all'uso di dispositivi tecnologici, evitandone gli abusi; mettere a disposizione una équipe medico-psicologica per aiutare studenti con condizioni acute o croniche.

Proprio per questo motivo sono stati attivati, nelle le sedi di Roma, Milano e Brescia dell'università Cattolica del Sacro Cuore, 3 sportelli di counseling, fruibili da parte degli studenti di tutti gli atenei presenti nel territorio. Gli sportelli, che sono rimasti attivi da dicembre 2011 a marzo 2013, hanno avuto un significativo afflusso da parte dei giovani. I problemi per cui gli studenti si sono rivolti agli sportelli, afferivano ai seguenti ambiti: medicina generale; ginecologico o andrologico; allergologico; psichico (disturbi del comportamento alimentare; problematiche familiari; ansia, disturbo compulsivo-ossessivo; problemi di adattamento alla realtà universitaria da parte degli studenti fuori sede.

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