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"Dimettiti", bufera su assessore leghista

10 luglio 2018 | 15.52
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(Fotogramma)
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Regista, attore di teatro e tv, neo assessore alla cultura di Pisa eletto con la Lega e processato con l'accusa di stalking ai danni dell'ex compagna Patrizia. Non si placano le polemiche su Andrea Buscemi, oggetto di una partecipata petizione online che ne chiede le dimissioni. Dimissioni che l'uomo - prosciolto per prescrizione dalla Corte d'Appello di Firenze il 30 maggio 2017, ma condannato al risarcimento dei danni alla ex oltre al pagamento delle spese di difesa - non sembra avere alcuna intenzione di dare.
A chiedere che Buscemi lasci l'incarico a causa dei sui trascorsi è Elisabetta Vanni, membro della Casa della Donna di Pisa che ha lanciato la petizione e raccolto finora, a una settimana di distanza, quasi 23mila firme. La petizione, dal titolo "Pisa, un condannato nominato assessore alla cultura. Vogliamo le dimissioni!", si basa sulla sentenza della Corte d'Appello dove, si legge, "sono descritti i fatti che hanno portato il giudice alla condanna: violenze fisiche, pedinamenti, continue telefonate, ricatti, pressioni, minacce e violenze fisiche alle vittime (sono più di una) e ai testimoni. L'abbondanza delle prove testimoniali e documentali rendono conto delle gravi violenze agite verso le sue ex compagne, protratte per oltre 15 anni, e rilevano chiaramente la condotta aggressiva e manipolatrice del soggetto".
"A carico del politico - si legge ancora nel testo della petizione - sono state emesse anche misure cautelari di divieto di avvicinamento a due testimoni. Nella sentenza d'appello, infatti, è riportato testualmente: "l'istruttoria dibattimentale ha fatto emergere reiterati atti persecutori messi in atto dall'imputato" e ancora "l’imputato nel corso del procedimento penale si è reso responsabile di condotte di minaccia ai danni di due testi per indurle a non testimoniare, a seguito delle quali il giudice per le indagini preliminari ha emesso un divieto di avvicinamento alle predette testi in relazione ai reati di cui agli articoli 377 e 610 del codice penale"".
Per questi motivi, spiega l'autrice della petizione, "il primo cittadino della nostra città non può in nessun modo ignorare questi comportamenti riguardanti un candidato della sua lista, così come sono ampiamente descritti negli atti giudiziari. Se lo fa, viene meno la sua credibilità. Se lo fa, ammette un uomo maltrattante ad un ruolo istituzionale, e con questo gesto legittima la violenza stessa a livello istituzionale".
Dal canto suo, Buscemi parla di "attacchi strumentali" e ha già fatto sapere di non volersi dimettere, ma di voler invece andare avanti in accordo con il neo sindaco Michele Conti. Sulla sua bacheca Facebook, intanto, arriva l'attacco alla petizione: un post a firma della compagna Martina, condiviso dall'attore e politico, che denuncia irregolarità nella raccolta online delle firme scagliandosi inoltre contro le "femministe bruttone", "frustrate" e gli "omuncoli di kultura komunista". "Oggi - si legge nel post condiviso da Buscemi - ho firmato la petizione contro Andrea Buscemi (giunta ormai alle 20 mila adesioni!). Il fatto e' che l'ho firmata 5 VOLTE!!! CON 5 NOMI DIVERSI INVENTATI E 5 CITTA' di provenienza messe li a casaccio!!! Insomma UN LAVORO DA IMBROGLIONI!!!". Poi l'attacco frontale "contro le arzille femministe della casa della donna hanno attivato un reticolo di contatti con le omologhe sezioni di altre città, coi macachi dei centri sociali, con tutto l'universo sfigato radical chic della penisola! Alla faccia - conclude la compagna dell'assessore - della petizione popolare".

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