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Direttori Tg Rai, Fico: "No a blitz autoritari su nomine in vista referendum"

29 luglio 2016 | 18.01
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Nomine ai vertici dei telegiornali Rai al centro del dibattito politico. Dopo i rumors delle ultime ore, sul cda del 3 agosto a Viale Mazzini che potrebbe accelerare con le sostituzioni dei direttori del Tg2 e del Tg3, ieri è stato il presidente della Commissione di vigilanza Rai Roberto Fico, membro del direttorio M5s ad intervenire. "Non si proceda a nominare direttori di testata schierati per l'uno o per l'altro campo referendario. Fino a oggi i dati parlano chiaro, il 'sì' è dilagante. Dobbiamo scongiurare qualsiasi tentativo di blitz autoritario". "Al momento - sottolinea Fico - la Rai non ha ancora presentato pubblicamente alcun piano editoriale per l'informazione. Non è chiaro quindi come si possano fare le nomine alla guida dei notiziari in mancanza di un preciso progetto editoriale".

A breve giro di posta dal Pd replica Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Vigilanza Rai. “Sulle nomine dei direttori dei tg da parte dei 5 Stelle e del consigliere d’amministrazione Freccero assistiamo a invasioni di campo che ci riportano alla Prima Repubblica", sottolinea: " “Lo spirito della riforma della governance Rai - prosegue l'esponente dem - impegna il direttore ad assumersi la responsabilità delle scelte, nella trasparenza e autonomia dell’azienda, innanzitutto di fronte al Cda. Sorprende quindi, ed è inaccettabile, che un componente del Cda della stessa azienda come Carlo Freccero, invochi l’intervento di Fico su temi e scelte che riguardano unicamente l’azienda, e che il presidente della Vigilanza raccolga l’invito e ci riporti all’epoca delle ingerenze politiche”.

Chiede lumi anche Maurizio Gasparri, di Forza Italia: "Pensare di procedere a nomine per una lottizzazione dal sapore renziano prima di un'approfondita discussione sulle linee e gli orientamenti in commissione è inaccettabile. La Vigilanza non deve entrare nel merito delle singole scelte, ma ha il diritto-dovere di verificare quali siano i programmi, i costi, gli investimenti. A maggior ragione dopo la discussione sugli sprechi e gli stipendi che ha fatto emergere sperequazioni e mancate utilizzazioni".

Intervengono anche dal Pd alcuni esponenti della minoranza. "Stanno insistentemente girando indiscrezioni su imminenti nuove nomine alle direzioni dei tre Tg Rai. Sarebbe un blitz agostano francamente inaccettabile in assenza di un piano sull'informazione chiaro e condiviso", dicono i senatori Federico Fornaro, Miguel Gotor e Claudio Martini, componenti della Commissione di Vigilanza Rai. "Fatte in questo modo darebbero poi l'impressione, in particolare per il Tg3, di voler unicamente ridurre l'autonomia giornalistica in una fase in cui, invece, vi sarebbe assoluto bisogno di pluralismo culturale e politico. Ci si fermi prima di scrivere una brutta pagina della storia della Rai". "Le nomine ai Tg non sono materia per la politica. Una buona norma che ancora oggi in molti dimenticano, ripiombando così in un antico vizio", aggiunge Francesca Puglisi, senatrice del Pd e componente della segreteria dem.

Dura Loredana De Petris, di Sinistra Italiana: "Quello che sta accadendo in Rai è di una gravità inaudita: la scelta, che sembra imminente, di nominare i nuovi direttori dei Tg preparando in questo modo il terreno alla campagna elettorale referendaria a favore della Riforma conferma, ancora una volta, l'idea di democrazia e di servizio pubblico che ha Matteo Renzi e il suo governo".

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