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Disoccupazione, a gennaio scende al 12,6%. Renzi twitta: "Bene, ma non basta"

02 marzo 2015 | 10.05
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Istat: dopo il calo già registrato a dicembre, la disoccupazione ancora giù di 0,1 punti percentuali sul mese precedente, tornando sullo stesso livello di dodici mesi prima. Poletti: "Dati incoraggianti". Nel 2014 il tasso di disoccupazione ha però toccato il 12,7% dal 12,1% del 2013, il dato più alto mai registrato dal 1977. Pil in calo dello 0,4%, deficit sale al 3%

Disoccupazione, a gennaio scende al 12,6%. Renzi twitta:

A gennaio scende ancora il tasso di disoccupazione, che si attesta al 12,6%. Lo comunica l'Istat segnalando come dopo il calo già registrato a dicembre, la disoccupazione sia diminuita ancora di 0,1 punti percentuali sul mese precedente, tornando sullo stesso livello di dodici mesi prima. Nel 2014 il tasso di disoccupazione ha però toccato il 12,7% dal 12,1% del 2013, il dato più alto mai registrato dal 1977.

Quanto al numero di disoccupati, pari a 3 milioni 221 mila, diminuisce a gennaio dello 0,6% rispetto al mese precedente (-21 mila) mentre aumenta dello 0,2% su base annua (+7 mila).

Occupati - Assieme al nuovo calo del tasso di disoccupazione migliora anche il dato degli occupati che a gennaio risultano 22 milioni 320 mila. L'Istat evidenzia come si tratti di un numero sostanzialmente invariato rispetto a dicembre (+11 mila) ma in aumento dello 0,6% su base annua (+131 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,8%, aumenta pertanto di 0,1 punti si dicembre 2014 e di 0,3 punti rispetto a dodici mesi prima.

Disoccupazione giovanile - A gennaio il tasso di disoccupazione giovanile, nella fascia di età fra i 15 e i 24 anni, risulta pari al 41,2%, con un calo di di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,0 punti nei dodici mesi. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, ad esempio perché impegnati negli studi. Quanto al tasso di occupazione giovanile, pari al 15,2%, diminuisce di 0,1 punti percentuali sia rispetto al mese precedente sia rispetto a dodici mesi prima. Il numero di giovani disoccupati, pari a 636 mila, diminuisce dell’1,0% nell’ultimo mese (-7 mila) e del 9,1% rispetto a dodici mesi prima (-64 mila). L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età - aggiunge l'Istat - è pari al 10,7% (cioè poco più di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza risulta in diminuzione di 0,1 punti percentuali nell’ultimo mese e di 1,0 punti rispetto allo scorso anno. Il numero di giovani inattivi è pari a 4 milioni 415 mila, in aumento dello 0,2% nel confronto congiunturale (+7 mila) e dell’1,1% su base annua (+47 mila). Il tasso di inattività dei giovani tra 15 e 24 anni, pari al 74,1%, cresce di 0,2 punti percentuali nell’ultimo mese e di 1,2 punti nei dodici mesi.

Tweet di Renzi. Il premier commenta su Twitter i dati, scrivendo "più 130 Mila posti di lavoro nel 2014, bene ma non basta"

Poletti, dati incoraggianti - “Il lieve incremento registrato anche a gennaio (+ 11 mila rispetto al mese di dicembre) porta ad un aumento complessivo di 131 mila occupati su base annua. E’ un risultato incoraggiante dopo diversi anni di caduta dell’occupazione, che - insieme ai segnali positivi di crescita della produzione industriale e della fiducia di imprese e consumatori - fa intravedere la possibilità di un 2015 migliore per l’occupazione e l’economia, con un quadro di maggiore stabilità in grado di favorire gli investimenti delle imprese". Così il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha commentato i dati diffusi oggi dall'Istat. "Nei prossimi mesi - aggiunge il ministro - potremo anche vedere l’effetto pieno delle misure varate dal Governo con la riforma del lavoro e con la legge di stabilità per sostenere la ripresa e, in particolare, per favorire l’occupazione stabile: la decontribuzione triennale per i nuovi assunti con contratto a tempo indeterminato, la deducibilità dal calcolo dell’IRAP e l’introduzione del nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti". "Anche la riduzione della precarietà, a seguito dell’abolizione delle tipologie contrattuali più precarizzanti, potrà favorire la ripresa dei consumi, in quanto dà alle persone una prospettiva più certa e definita” conclude Poletti.

Codacons, dati 2014 devastanti - "I dati sulla disoccupazione diffusi oggi dall’Istat, se da un lato vedono timidi segnali di ripresa per il mese di gennaio, sono assolutamente 'devastanti' per quanto riguarda il 2014, anno che si è chiuso con un tasso record di disoccupati pari al 12,7%". Ad affermarlo in una nota è il Codacons commentando i dati Istat diffusi oggi. I numeri sull’occupazione, rileva l'associazione dei consumatori, "mostrano in modo inequivocabile gli effetti dirompenti della crisi economica sul mercato del lavoro in Italia. Dal periodo pre-crisi ad oggi -sottolinea il Codacons- il tasso medio di disoccupazione è passato dal 6,1% del 2007 al 12,7% del 2014; il numero di cittadini senza occupazione è quindi più che raddoppiato nell’arco di pochi anni, passando da 1.506.000 disoccupati del 2007 ai 3.236.000 dello scorso anno, ossia 1.730.000 disoccupati in più per effetto della crisi economica".

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