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"Disuguaglianze e povertà incidono sulla salute dei bambini"

16 novembre 2022 | 17.28
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'Atlante dell'infanzia a rischio', speranza di vita in buona salute segna divario di oltre 12 anni tra Calabria e Bolzano

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In Italia, dove quasi 1 milione e 400mila bambini vivono in povertà assoluta - una percentuale media del 14,2% di tutti i minori, che sale però fino al 16% nel Mezzogiorno - si registrano disuguaglianze socioeconomiche che incidono direttamente sulla salute dei bambini, penalizzando chi maggiormente avrebbe bisogno, nel proprio territorio, dei servizi di cura, prevenzione e promozione della salute e del benessere psico-fisico. E' quanto emerge dalla XIII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo 'Come stai?', diffuso oggi in vista della Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza da Save the Children che fotografa anche quest’anno le condizioni di vita di bambini, bambine e adolescenti nel nostro Paese.

Se in Italia la speranza di vita alla nascita nel 2021 si attesta a 82,4 anni, ci sono 3,7 anni di differenza tra l’aspettativa di vita di chi nasce a Caltanissetta (80,2) e di chi nasce a Firenze (83,9). L’ultimo rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile evidenzia una differenza anche maggiore rispetto all’aspettativa di vita in buona salute: ci sono oltre 12 anni di differenza per esempio tra chi nasce nella provincia di Bolzano (67,2 anni) e chi nasce in Calabria (54,4 anni). Tra le bambine la forbice è ancora più ampia, 15 anni in meno in Calabria rispetto al Trentino.

Prima della pandemia, secondo gli ultimi dati disponibili, il tasso di mortalità infantile (entro il primo anno di vita) era di 1,45 decessi ogni 1000 nati vivi in Toscana, ma era più che doppio in Sicilia (3,34) e triplo in Calabria (4,42), con ben il 38% dei casi di decesso relativi a bambini con mamme di origine straniera. Un bambino del Mezzogiorno che si ammalava nel 2019 aveva una probabilità di dover migrare in altre regioni per curarsi del 70% in più rispetto a un bambino del Centro o del Nord Italia. Non è solo il sistema sanitario ad influenzare la salute dei bambini, sulla quale gravano tutti i determinanti sociali legati al contesto territoriale in cui si cresce, alle condizioni economiche, al livello di istruzione, all’ambiente, alle reti sociali e dei servizi.

"'Come stai?' è la domanda che molti ragazzi e ragazze avrebbero voluto sentirsi rivolgere durante la pandemia e che ancora oggi non viene loro rivolta dagli adulti. I dati dell’Atlante mostrano la necessità di mettere la salute dei bambini al centro di tutte le scelte politiche, dalla tutela dell’ambiente urbano alle mense scolastiche, fino agli spazi per lo sport e il movimento, con una particolare attenzione al tema della salute mentale degli adolescenti, fortemente colpiti dalla pandemia. Questo impegno è ancor più urgente oggi, in un Paese che attraversa una difficile fase economica e che ha toccato il picco di quasi un milione e 400mila bambini in povertà assoluta. Per molti di loro, la povertà materiale ed educativa si traduce anche in povertà di salute e occorre fare di tutto per spezzare questo circolo vizioso, orientando le risorse disponibili sui territori che maggiormente soffrono queste difficoltà”, ha dichiarato Claudio Tesauro, presidente di Save the Children Italia.

Come si evidenzia nelle pagine dell’Atlante, non è solo il sistema sanitario a dover assicurare la salute di un bambino. È l’intero ambiente di crescita, in tanti suoi aspetti, a giocare infatti un ruolo decisivo. Occorre dunque considerare - sottolinea Save the Children - che l’81,9% dei bambini vive in zone dove la concentrazione di polveri sottili è maggiore dei valori limite indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come non rischiosi per la salute (il 100% in ben 8 regioni: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Trentino Alto Adige, Veneto). Questi inquinanti sono una possibile causa scatenante dell’asma che colpisce l’8,4% dei bambini tra i 6 e i 7 anni, ma incidono anche sullo sviluppo cognitivo dei bambini, che migliora del 13% nelle scuole con i più bassi livelli di polveri sottili nell’aria.

E ancora: un bambino o ragazzo su 4 non pratica mai sport (3-17 anni), con una ampia forbice che va dal 45,5% della Campania al 6,9% della Provincia autonoma di Bolzano. Con la pandemia, i bambini tra i 3 e 10 anni in sovrappeso o obesi sono passati dal 32,6% (biennio 2018-19) al 34,5% (2020-21). La povertà alimentare colpisce 1 bambino su 20 , mentre l’accesso alla mensa scolastica, che per alcuni sarebbe l’unica chance quotidiana di un pasto equilibrato e proteico, si limita ad 1 bambino su 2 nella scuola primaria; la mensa scolastica dovrebbe essere considerata come un servizio essenziale tra i 3 e i 10 anni. La buona alimentazione fa difetto anche per il 32% degli adolescenti 11-17enni, che non mangia mai frutta e verdura.

"Il Pnrr - ha commentato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children - prevede un investimento significativo sulla Missione Salute (più di 15 miliardi) e disegna una riforma della sanità territoriale che può rispondere a molte delle criticità rilevate dall’Atlante. A partire dalle Case della Comunità che potrebbero diventare il fulcro di una nuova rete integrata con i servizi sociali ed educativi, sostenuta dal rilancio dei Consultori e dei servizi per la salute minorile, da costruire con la partecipazione dei cittadini. Ma perché questo sia possibile - sostiene Milano - è indispensabile accompagnare l’investimento sulle strutture a un investimento di lungo periodo sulle risorse umane ed è necessario colmare in primo luogo le gravissime disuguaglianze di accesso ai servizi che oggi vediamo esplodere nelle aree più deprivate del Paese, con liste di attesa di anni per accedere a servizi di riabilitazione per l’infanzia, bambini senza pediatra, adolescenti che entrano nei reparti di emergenza psichiatrica dopo aver inutilmente cercato un servizio territoriale cui rivolgersi per tempo. Sono queste e tante altre, in carne ed ossa, le domande di salute che attendono risposta", ha concluso.

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