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Cinema: dive e donne protagoniste alle Giornate del Muto di Pordenone

21 settembre 2017 | 14.57
LETTURA: 5 minuti

Theda Bara in 'A fool there was' (Usa, 1915) di Frank Powell  - The Museum of Modern Art, New York
Theda Bara in 'A fool there was' (Usa, 1915) di Frank Powell - The Museum of Modern Art, New York

Sono le donne, dive e non solo, le protagoniste assolute che compaiono un po’ in tutte le sezioni del programma delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, giunto quest'anno al 36esima edizione, dal 30 settembre al 7 ottobre nel Teatro Comunale Giuseppe Verdi. Dive come Louise Brooks in un frammento del film considerato finora perduto, 'Now We’re in the Air' del 1927, icona di bellezza e di stile del cinema di tutti i tempi. Dive come le due attrici simbolo della femme fatale degli anni '10, Pola Negri, cui è dedicata una mini rassegna con tre film del 1918 (tra cui un’esplosiva 'Carmen' con la regia di Ernst Lubitsch) e Theda Bara, la donna-vampiro da cui deriva il termine 'vamp'. E, ancora, le italiane Anna Fougez, la sciantosa per eccellenza, Leda Gys e Gigetta Morano. Donne che volano in alcuni cinegiornali dedicati a famose donne aviatrici e nel film 'L’autre aile' del 1924 (costumi di Paul Poiret, il grande stilista parigino art deco, ritenuto il Picasso della moda) sulla prima donna ad ottenere un brevetto di volo nel 1910, Raimonde de la Roche.

La sezione più intrigante è senz’altro 'Nasty Women', le signore sboccate, spregiudicate, rissose della commedia americana degli anni '10. Queste Léontine, Rosalie, Cunégonde, Lea, Bridget, Tilly promettono guai e sconquassi in famiglia e nei luoghi di lavoro, ma anche grande divertimento per il pubblico. Il viaggio e l’esotico è l’altro tema centrale delle Giornate: c’è la scoperta dell’Asia centrale nella sezione dei viaggiatori sovietici degli anni '20, che ci porta nel grande mosaico delle repubbliche della neo costituita Unione Sovietica, come la Cecenia, l’Azerbaigian, la Siberia, la Crimea, il Kirghizistan, e la scoperta del Caucaso e della Persia nelle immagini dell’italiano Mario Piacenza. Si va poi in Africa con i cortometraggi etnografici norvegesi sulle etnie dei Kavirondo, dei Kikuyu e dei Masai, e si prosegue il viaggio fino al Polo Nord seguendo il capitano Kleinschmidt nella sua 'Caccia artica' del 1914.

Come e più degli anni scorsi, l’importanza della musica è fondamentale. Non solo per la presenza dell’Orchestra San Marco di Pordenone, che accompagnerà i due eventi di apertura ('La folla' di King Vidor, 1928, partitura e direzione di Carl Davis) e di chiusura ('Il principe studente' di Ernst Lubitsch, 1927, partitura di Carl Davis e direzione Mark Fitz-Gerald), ma per la presenza di altri importanti musicisti come Philip Carli, Gabriel Thibaudeau, Alicia Svigals (del celebre gruppo Klezmatics) e Marilyn Lerner. Nel programma figurano poi i nomi di grandi maestri come Ozu, Dreyer, Méliès, Murnau, Keaton, Griffith e Protazanov; le sezioni sul western europeo, sul cinema di Luca Comerio, sul cinema scandinavo, sul cinema delle origini e l’omaggio alla Cineteca Italiana di Milano per i suoi 70 anni. E' inoltre di drammatica attualità la sezione sugli 'Effetti della guerra', che impone una riflessione e un parallelo fra la situazione successiva alla Prima Guerra Mondiale e quanto succede oggi in tante parti del mondo. Le Giornate del Cinema Muto 2017 sono promosse dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Direzione Generale Cinema, dal Comune di Pordenone, dalla Provincia di Pordenone, dalla Camera di Commercio di Pordenone e dalla Fondazione Friuli, con il sostegno di Crédit Agricole FriulAdria e PromoTurismo Fvg.

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