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Divorzio breve, dalla Camera arriva il primo via libera

29 maggio 2014 | 13.04
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Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. Le nuove procedure prevedono la cancellazione dell’obbligo di un periodo di separazione di 3 anni. Sarà applicabile anche ai procedimenti in corso

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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Con 381 sì, 30 no e 14 astensioni, la Camera ha approvato il cosiddetto divorzio breve. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

Le nuove procedure prevedono la cancellazione dell’obbligo di un periodo di separazione di 3 anni, prima di poter avviare la pratica del divorzio. Il termine per ottenere il divorzio scende così a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per la consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli.

Se la separazione è giudiziale, il termine decorre dalla notifica del ricorso. Il testo approvato dalla Camera dispone che la comunione dei beni della coppia si sciolga quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale.

Il divorzio breve sarà applicabile anche ai procedimenti in corso.

“Se fosse vero, come è stato detto, che il problema sono i tempi della giustizia, mi chiedo perché, invece di affrontare il nodo vero, cioè la riforma della giustizia civile, interveniamo sul matrimonio. La verità è che si tratta di una legge ideologica che vuole indebolire il matrimonio, rendendolo sempre più simile a un semplice patto di convivenza, a qualcosa che non richiede un impegno di durata e stabilità, nemmeno in presenza di figli, e che si può sciogliere in sei mesi. Tutto questo senza considerare i costi umani, sociali ed economici di questo tipo di decisione’’. Così Eugenia Roccella di Ncd annuncia il suo voto contrario al divorzio breve. “Siamo arrivati a un matrimonio liquido per una società liquida, e non credo che questa volta abbiamo agito per il bene comune. Per questo annuncio il mio voto contrario al provvedimento’’, conclude.

Di “norma equilibrata“ parla la deputata del Pd, Alessandra Moretti. “Il Parlamento deve fare le leggi, non deve esprimere giudizi etico-morali sottolinea - Quelli investono la sfera personale. Compito del legislatore è di favorire le buone relazioni, la serenità, la famiglia e di allentare il conflitto che certo non aiuta il soggetto debole che sono i figli. I figli hanno diritto alla famiglia, alla bigenitorialità anche se i genitori decidono di dividersi”. Questa norma “incide sui tempi, che risultano essere un fattore determinante per allentare le tensioni della coppia e nell’interesse dei minori”.

E se Beppe Fioroni si è astenuto (“Pur comprendendo le motivazioni del provvedimento, ritengo che l’istituto della famiglia ha necessità di essere sostenuto e rafforzato”, Nichi Vendola su Twitter scrive: “Finalmente misure di civiltà e di libertà. Ora tocca al Senato approvare presto legge su #divorziobreve. Ma non dimentichiamo i tanti, troppi diritti delle persone ancora negati”.

“Il via libera della Camera, a larghissima maggioranza, al divorzio breve, dimostra che su temi di civiltà e di libertà in Parlamento si può lavorare insieme per modernizzare l’Italia”, ha dichiarato dal canto suo la deputata di Forza Italia, Deborah Bergamini.

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