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Dl Sicurezza, il governo verso la fiducia

05 novembre 2018 | 10.25
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(Fotogramma)
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Il governo è intenzionato a porre la fiducia sul decreto legge su sicurezza e immigrazione, all'esame dell'Aula del Senato. Lo si apprende da fonti di governo M5S. La decisione non è ufficiale. "Stiamo valutando in queste ore - spiega il premier Giuseppe Conte - di porre la fiducia" sul dl sicurezza, la fiducia è un istituto che "non si usa mai a cuor leggero, vengono valutate tutte le circostanze e quindi stiamo valutando. Ci riserviamo fino all'ultimo su una soluzione definitiva. Nulla di drammatico, ma - assicura - fino all'ultimo ci riserviamo di decidere", "domattina" è la deadline. La maggioranza ha intanto ottenuto con un voto dell'aula la sospensione fino a domani della discussione generale al Senato del ddl di conversione del decreto sicurezza.

Il dl voluto da Matteo Salvini è da giorni al centro delle polemiche interne al M5S, con una fronda di 'ribelli' che si oppongono apertamente al decreto minacciando di votare contro. La fiducia potrebbe mettere per la prima volta alla prova la tenuta dell'asse Lega-M5S al Senato, dove la coalizione di governo conta su soli sei voti di margine rispetto alla maggioranza assoluta di 161 voti. I 4 senatori M5S dissidenti Matteo Mantero, Paola Nugnes, Elena Fattori e Gregorio De Falco dovrebbero uscire dall'aula al momento del voto abbassando il quorum e non indebolendo il fronte pro-decreto.

A palazzo Madama complessivamente i senatori pro governo sono 167 (109 cinquestelle e 58 della Lega) e, nell'unico voto di fiducia che risale al 6 giugno scorso e che diede il via libera al governo Conte, si aggregarono gli ex pentastellati Carlo Martelli e Maurizio Buccarella, insieme ai due senatori del Maie, per un totale di 171. L'opposizione si ferma a quota 149: 61 di Fi, 52 del Pd, 18 Fratelli d'Italia, 10 del Misto e otto delle Autonomie. Forza Italia e Fdi che non appoggeranno il governo in un eventuale voto di fiducia, pur avendo criticato diversi aspetti del decreto, sono invece pronti a unirsi a Lega e M5S nel voto finale.

Tra i 'ribelli' 5S Paola Nugnes spiega: "Non permettere un regolare dibattito dell'Aula, voler mettere insieme il giudizio su un provvedimento con un giudizio complessivo sul governo e sulle sue funzioni future non è il modo più opportuno di procedere. Alla fiducia - dice all'Adnkronos - non posso in coscienza votare no, ho ancora molte aspettative in questo esecutivo soprattutto sulla legge di bilancio espansiva che si sta approntando. Ritengo che mi asterrò dal votare". "Vediamo...", si limita invece a rispondere all'Adnkronos il senatore Gregorio De Falco, alla domanda se voterà a favore della fiducia. "Non è un'apertura, ma un'attesa", precisa l'ex capitano di fregata. "Devo leggere il maxi-emendamento", è invece il commento della collega Elena Fattori.

Nella lotta tutta di governo per l'approvazione, potrebbe però arrivare in soccorso di Salvini e Di Maio l'opposizione, con Fratelli d'Italia e parte di Forza Italia in aiuto 'da destra'. Un supporto che potrebbe consentire al Movimento di neutralizzare la fronda ribelle, che, per ora, oltre a Fattori, contempla Paola Nugnes, Gregorio De Falco e Matteo Mantero, ma potrebbe allargarsi. Non ha ancora sciolto le riserve Virginia La Mura, la senatrice che ha firmato una parte degli emendamenti presentati da Nugnes in Commissione. "Mi riservo di valutare in aula quello che accadrà - dichiarava il 2 novembre scorso all'Adnkronos -. Ho una mia opinione in merito: se ho firmato quegli emendamenti vuol dire che sono d'accordo con i miei colleghi" ma "sono una persona libera, nel senso che osservo gli eventi. Andrò in Aula a fare il mio lavoro. Non possiamo svuotare il Parlamento del suo significato".

L'assemblea del gruppo di Forza Italia al Senato ha intanto deciso di chiedere al governo di non porre la questione di fiducia al dl sicurezza. ''Noi vorremmo votare sì al provvedimento perché - si legge in una nota- è un tema da sempre molto sentito dal centrodestra e vorremmo che esso venisse arricchito con la discussione e l'approvazione dei nostri emendamenti, che si muovono nello spirito delle proposte sottoscritte con gli amici della Lega e di Fratelli d'Italia prima del voto del 4 marzo". "Saremmo intenzionati - continua il gruppo azzurro a palazzo Madama - a sostenere i principi generali della legge. Chiudere ogni porta con la questione di fiducia rappresenterebbe un ulteriore vulnus al dibattito parlamentare''.

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