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Dl sicurezza, opposizione in soccorso

30 ottobre 2018 | 18.44
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(Fotogramma)
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Il tempo stringe per l'approdo del decreto sicurezza in aula. A palazzo Madama è atteso per l'esame dell'assemblea lunedì 5 novembre, una navigazione che si non si annuncia placida, viste le voci dissonanti che sono emerse nel Movimento Cinque Stelle. La maggioranza, se in queste ore si dimostra blindata in commissione Affari costituzionali, in Aula conta sulla carta su un margine appena discreto: sei voti in più rispetto ai 161 della maggioranza assoluta. E il ricorso alla fiducia, che comporterebbe un 'serrate i ranghi', resta ancora sullo sfondo (il ministro Riccardo Fraccaro ha detto di non sapere se ci sarà), anche perché è uno strumento storicamente indigesto ai pentastellati.

Un dato, quello di appena sei voti di margine, che potrebbe destare qualche preoccupazione per il governo M5S-Lega alla luce dei quattro 'dissidenti' pentastellati che non sembrano intenzionati a votare il provvedimento così com'è, soprattutto per le misure relative ai migranti. Sono i senatori De Falco, Fattori, Nugnes e Mantero i più refrattari, con gli ultimi tre già usciti allo scoperto nell'annunciare la loro contrarietà.

De Falco concede appena qualche spiraglio in più, parlando di decreto "migliorato ma non ancora del tutto accettabile". Se la fronda dovesse consolidarsi e arrivare ad annullare il margine di vantaggio (ai sei voti in più sulla carta se ne possono aggiungere due ex M5S e un paio di senatori eletti all'estero), potrebbe risultare decisivo l'atteggiamento del centrodestra. Fdi e Fi, infatti non hanno fatto ostruzionismo e hanno presentato emendamenti mirati.

Ignazio La Russa (Fdi), pur protestando, per lo svuotamento di 'Strade sicure', ha fatto capire che prima di sparare a zero contro il decreto e votare contro sarà necessaria una valutazione in sede politica con Giorgia Meloni. E all'Adnkronos il vice presidente vicario Lucio Malan ha esplicitato che l'opposizione resta sui contenuti e Fi non agisce solo "fare dispetto al governo". Insomma, sempre che non venga posta la fiducia, il decreto sembrerebbe contare su un atteggiamento non pregiudizialmente ostile da parte del centrodestra.

"Il Decreto Sicurezza è in bilico perché i parlamentari Cinquestelle non lo vogliono votare? Sono cose che succedono quando si procede con una maggioranza che non condivide una visione comune e gli stessi valori. Valuteremo il testo in Parlamento senza pregiudizi, come abbiamo sempre fatto. Una cosa è certa: Forza Italia - spiega tuttavia Mara Carfagna in una nota - non sarà la ruota di scorta di nessuno".

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