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Dominella: "Apriamo a Roma atelier del lusso, città sia capitale dell'upcycling"

31 gennaio 2022 | 15.54
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'Stiamo vivendo cambiamento epocale, nuove generazioni hanno voglia di investire nel settore'

Stefano Dominella presidente della maison Gattinoni  accanto alla fondatrice della  maison Fernanda.
Stefano Dominella presidente della maison Gattinoni accanto alla fondatrice della maison Fernanda.

"Roma si trasformi nella capitale dell'upycicling. Un nuovo progetto, con una nuova cabina di regia, una nuova mission, ma da leader, sempre in assoluta sintonia con le maggiori istituzioni della città. Stiamo vivendo un cambiamento epocale e, soprattutto tra i giovani, c'è una forte presa di coscienza sull'ecostenibilità nella moda, uno dei settori maggiormente inquinanti al mondo". E' quanto ha dichiarato all'Adnkronos Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni e presidente sezione Moda di Unindustria Lazio, a pochi giorni dalla Fashion Week di Altaroma. "Finalmente si potrebbero riaccendere le luci di una ribalta ormai stanca - ha aggiunto Dominella- Non nascodiamolo. Roma ha vissuto momenti esaltati, quanto le maggiori griffe, da Schubert a Ferrè, da Mila Schon a Valentino, attiravano clienti da tutto il mondo. Oggi forse c'è meno entusiasmo, l'e-commerce ha abbassato il livello dei desideri dei clienti, per lo più molto giovani. C'è meno entusiasmo e molta omologazione".

"Le grandi griffe poi non vivono più l'immaginario collettivo del capo cult. Anche la qualità della creatività si è legata al marketing. Sensazionalismo in qualche sfilata dei mostri sacri della moda - ha proseguito il presidente sezione Moda di Unindustria Lazio - ma tutto il resto è assoluto livellamento e appiattimento. Tutto questo porta a dover rivedere alcune posizioni, a risintonizzarsi su altri canali, su nuove esigenze". Ormai dimenticati gli anni felici e rigogliosi della città capitale dell'haute couture, con buyer e stampa internazionale che giungevano da tutto il mondo, Stefano Dominella è convinto che "non si possa ormai fare marcia indietro, ma guardare solo verso il futuro. Roma è una delle città più ricche dal punto di vista storico-artistico - ha ricordato- perchè non offrire ad una grande maison, anche due, tre volte l'anno, uno spazio importante per poter presentare le proprie collezioni, delle sfilate -evento in spazi fuori dai calendari ufficiali? Magari coniugando alta moda, turismo e bellezza".

E sul futuro dell'alta moda e dei giovani, Stefano Dominella, da oltre 50 anni nel settore sempre in ambiti apicali, non ha dubbi: "rifondiamo nuove progettualità, serve un tessuto di manifestazioni che sappia coniugare mostre, eventi, sfilate, lo ripeto, ma con una nuova cabina di regia. Roma è schiacciata tra Firenze e Milano, ma rimane pur sempre la settimana regione d'Italia per produzione di moda, una vocazione non industriale, ma artigiana fondata su piccole e medie imprese, che spesso si tramandano da anni all'interno della stessa famiglia. E non dimentichiamo -ha proseguito - che nella capitale ci sono 4 tra i più grandi uffici stile, quelli di Valentino, Bulgari, Gucci e Fendi, brand storici seppur passati in mani straniere". "La città e la moda romana possono ripartire - ha concluso Dominella, fiducioso- solo se riqualificandole con specifiche mission e idealità. Creiamo nella capitale un nuovo tessuto di haute couture aprendo ai giovani con piccoli atelier, una sorta di artigianato del lusso ma a prezzi più competitivi. Le grandi griffe sono morte, ma l'alta moda sopravviverà adeguandosi ai tempi".

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