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18 maggio 2014 | 18.19
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Ecco l’alternativa alla revisione del celibato lanciata dall’amico del cardinale Martini dopo che la lettera inviata al Papa dalle donne innamorate dei prelati ha rilanciato il dibattito: “Ordiniamo uomini sposati con piena responsabilità della donna nel ministero”

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’Sposa del prete e sposa di Dio’. Si potrebbe riassumere in questi termini la proposta avanzata da don Giovanni Nicolini, martiniano di ferro e grande amico di don Giuseppe Dossetti. La proposta alternativa alla revisione del celibato dei preti si inserisce nel dibattito acceso dalla lettera che un gruppo di donne innamorate di preti ha scritto a papa Francesco, sollecitandolo a rivedere le norme sul celibato dei preti. “La concezione attuale - premette don Nicolini all’Adnkronos - pensa che ci sia una relazione nuziale tra un prete e la comunità che gli viene affidata”. Ecco la riflessione del prete amico di lungo corso del cardinale Carlo Maria Martini: “perché arroccarsi? Il problema che si pone la Chiesa è, se nella situazione attuale, sopraggiunge l’innamoramento numero due. Diverso invece il discorso se gli uomini sposati ricevessero l’ordinazione presbiteriale”. Il fatto, secondo il sacerdote, è che “non ci si può chiudere in maniera aprioristica”.

L’idea alla quale pensa da tempo don Nicolini, in pratica, è quella per cui un uomo sposato con famiglia e figli grandi, insieme alla partecipazione diretta della moglie, potrebbe essere ordinato sacerdote ed occuparsi della Chiesa. “Sono ben consapevole - ragiona - che la tradizione della Chiesa latina non è questa ma si tratta di un’ipotesi che andrebbe tenuta aperta. Ho visto delle comunità dell’Oriente con preti insieme alle loro spose che servono Dio in maniera splendida. Ed erano bellissimi”. Certo, insiste il sacerdote, “con un’assunzione assoluta di responsabilità della donna. Non è un problema di tradire nessuno: ognuno rimane fedele alla prima nuzialità profondamente. Si tratterebbe di avviare una enorme riflessione all’interno della Chiesa e comprendere che le mogli dovrebbero essere molto coinvolte nel ministero svolto dal marito”.

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