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Lirica: al San Carlo in prima italiana 'Carodejka' di Cajkovskij

09 febbraio 2017 | 14.44
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Una scena di 'Carodejka' di Cajkovskij al San Carlo di Napoli
Una scena di 'Carodejka' di Cajkovskij al San Carlo di Napoli

Una leggenda del XV secolo che racconta la storia di Nastas'ja, accusata di essere una maliarda capace di far innamorare di sé qualsiasi uomo. E' 'Carodejka' ('L'incantatrice'), opera in quattro atti di Piotr Il'ic Cajkovskij, su libretto del drammaturgo Ippolit Vasil’yevich Shpazhinsky, che venerdì 17 febbraio debutta in prima italiana al Teatro San Carlo di Napoli. Una partitura composta 130 anni fa e mai messa in scena in Italia, tratta dall'omonima opera teatrale dello stesso Shpazhinsky.

Sul podio, per questa importante produzione del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo in collaborazione con il Teatro São Carlos di Lisbona, il giovane direttore d'orchestra Zaurbek Gugkaev, allievo di Valerij Gergiev alla guida dell'Orchestra e del Coro del Massimo napoletano. Il titolo vede anche la partecipazione del Corpo di Ballo del San Carlo con la coreografia di Renato Zanella. Il cast vocale, composto dai solisti del Teatro Mariinskij, annovera Marija Bajankina (17, 24, 25 febbraio) che si alterna a Ekaterina Latyševa (18, 19 febbraio) nel ruolo della protagonista Nastas’ja, detta 'Kuma', padrona di una locanda presso il fiume Oka.

Jaroslav Petrjanik (17, 24, 25 febbraio) e Ivan Novoselov (18, 19 febbraio) in alternanza nel ruolo del principe Nikita Kurljatev, Ljubov’ Sokolova, nei panni della principessa Evpraksija Romanovna, Nikolaj Emcov è invece il principe Jurij, Aleksej Tanovickij ricopre il doppio ruolo di Mamyrov, un anziano diacono e di Kud’ma, lo stregone; Ljudmila Gradova è Nenila, sua sorella e dama di compagnia della principessa. La regia è del britannico David Pountney. Firmano scene e costumi rispettivamente Robert Innes - Hopkins e Tatyana Noginova.

'Carodejka' debuttò al Mariinskij di San Pietroburgo nel 1887, sotto la direzione dello stesso Cajkovskij, e fu composta tra il 1885 e il 1887, durante la piena maturità artistica del musicista russo. Il titolo precede di poco alcuni indiscussi capolavori della produzione cajkovskijana come la Sinfonia n.5 in mi minore op. 64 (1888) e il balletto 'La Bella Addormentata' (1890). Si tratta del terzultimo titolo operistico composto da Cajkovskij, cui seguirà 'La Dama di Picche' nel 1890 ed infine 'Iolanta' nel 1891.

"All'apparenza Nastas'ja è una donna perduta [...] ma nell'intimo della sua anima c'è una forza, la forza dell'amore. Per questo amore lei è pronta a sacrificare tutto. [...] Perché, altrimenti, si amerebbero personaggi come Violetta o Carmen?". Così Cajkovskij descriveva il personaggio di Kuma in una lettera indirizzata a Emilija Pavlovskaja, che avrebbe dovuto ricoprire il ruolo della protagonista. 'L'incantatrice' di Shpazhinsky è una tragedia basata su una leggenda del XV secolo ambientata nella città russa di Nizhny Novgorod, che debuttò nel 1884 presso il Teatro Maly, e superò presto, in quanto a numero di rappresentazioni, tutti gli altri spettacoli di Mosca e San Pietroburgo.

Nel ruolo della protagonista Nastasya, detta ‘Kuma’, grandi attrici come Maria Ermolova e Maria Savina. Molto colpito dall'opera, fu lo stesso Cajkovskij, che ne vide una messa in scena nel 1885, a chiedere a Shpazhinsky di trarne un libretto. L'azione prende le mosse nell'ultimo quarto del quindicesimo secolo presso una taverna di Nizhny Novgorod. Nastas'ja (Kuma), l'affascinante proprietaria della taverna, si è inimicata, respingendolo, Mamyrov, braccio destro del principe Nikita Danilovich Kurliatev. Mamyrov per vendicarsi diffonde la voce che Nastas'ja sia un'incantatrice in grado di far innamorare di sé qualsiasi uomo le si palesi di fronte.

Nikita Kurljatev, padre del principe Jurij, si innamora follemente di Natas'ja ma, non essendo corrisposto, cerca di ottenere comunque il consenso della ragazza. Mamyrov racconta tutto alla moglie di Nikita, la principessa Evpraksija, mentre suo figlio Jurij giura di vendicarla. Quando arriva di fronte a Natas'ja il principe Jurij si rende conto di esserne innamorato. Insieme i due progettano di fuggire durante la notte, ignari delle trame ordite da Mamyrov, desideroso di vendetta non solo nei confronti di Nastas'ja ma anche sulla famiglia di Nikita, su cui la sua perfidia produrrà effetti devastanti.

La narrazione, che dischiude gli elementi tipici della fiaba russa, presenta spunti che non lasciarono immune Cajkovskij, reduce da numerosi viaggi in Europa, ammiratore dell’opera italiana, francese e tedesca, spettatore assiduo nelle grandi capitali europee: ad esempio il conflitto tra padre e figlio, causato da una donna ‘incantatrice’, rapporto chiave sia nella 'Traviata' e nel 'Don Carlo' di Verdi. E la donna incantatrice la ritroviamo in 'Carmen' di Bizet, del 1875, che folgorò Cajkovskij.

Gli elementi magici, propri dei racconti popolari russi, sono comuni anche alle saghe germaniche cui attinse Wagner e che Cajkovskij ebbe modo di applaudire proprio a Bayreuth. “[ ... ] A Bayreuth abbiamo assistito a qualcosa che i nostri nipoti e i loro figli ancora ricorderanno […]", scrisse il compositore russo che assistette all’inaugurazione del Festival nel 1876, in qualità di corrispondente per un giornale russo.

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