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Dopo il matrimonio si può vivere separatamente

06 settembre 2018 | 06.50
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Può accadere che dopo il matrimonio marito e moglie decidano, per determinate esigenze professionali o personali, di continuare a vivere separatamente mantenendo quindi una residenza disgiunta.

Ebbene dovete sapere che ciò è consentito dalla legge, secondo la quale il fatto che due coniugi scelgano di vivere per un certo periodo separatamente non comporta automaticamente una violazione dell’obbligo di coabitazione, uno dei tanti doveri familiari riconosciuti dal nostro ordinamento.

Nel dettaglio, secondo questo principio una volta sposati i coniugi devono impegnarsi a convivere in maniera costante e continuata presso quella che di comune accordo viene riconosciuta come l’abitazione familiare.

Tuttavia potrebbe accadere che per motivi professionali (ad esempio in seguito ad un trasferimento della sede di lavoro) il marito o la moglie siano costretti a cambiare città lasciando l’abitazione familiare e cambiando residenza. In tal caso, ma solo qualora la decisione sia concordata da entrambi i coniugi, non c’è alcuna violazione dell’obbligo di coabitazione, cosa che invece avviene nei casi di abbandono unilaterale del tetto coniugale oppure di mancato accordo sulla residenza familiare. Solo in quest’ultimi due casi, quindi, si potrebbe eventualmente chiedere la separazione per addebito.

Qualora la decisione di avere la residenza disgiunta sia concordata allora non ci sono rischi. Inoltre, dal punto di vista fiscale se le abitazioni di marito e moglie sono dislocate in due comuni differenti entrambe sono considerate come prima casa e di conseguenza sono esenti dal pagamento di Imu e Tasi.

Ciò non avviene qualora i coniugi abbiano due residenze differenti ma nello stesso Comune. In questo caso, infatti, solo una delle due abitazioni è considerata come prima casa - e quindi è esente da Imu e Tasi - mentre l’altra è a tutti gli effetti una seconda casa e soggetta al pagamento delle imposte.

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