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'Dottor robot'. Dieci anni in sala operatoria all'Ieo di Milano

08 novembre 2016 | 18.31
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Robot 'in azione' in sala operatoria (Foto: Ieo di Milano)
Robot 'in azione' in sala operatoria (Foto: Ieo di Milano)

Sotto i ferri del 'dottor robot'. Sono passati 10 anni dal suo debutto in sala operatoria all'Istituto europeo di oncologia di Milano. Una 'carriera' che l'Irccs fondato da Umberto Veronesi festeggia con una mostra multimediale a cavallo tra passato e futuro - visitabile fino al 30 novembre nella hall A dell'edificio 1 - e un mese intero dedicato al decennale della chirurgia robotica con iniziative di informazione al pubblico e di formazione per medici e studenti. Obiettivo: contribuire a creare una cultura della robotica in oncologia che, scrive Veronesi nel pannello di apertura della mostra, "per l'Ieo non è un plus tecnologico, ma la realizzazione di una filosofia di cura sempre più attenta alla globalità della persona".

Oggi in via Ripamonti più di 1.000 interventi all'anno, degli oltre 14 mila globali, sono 'robot-assistiti', con un tasso di crescita annuale del 25%. In totale, dal 2006 ad oggi gli interventi robotici sono stati 7.188. E, spiegano dall'Irccs, l'attività clinica è affiancata dall'attività di ricerca che ha generato 60 pubblicazioni scientifiche a firma Ieo, "unico centro di ricerca e cura oncologico in Italia e in Europa in cui tutte le specialità chirurgiche utilizzano il robot, fanno ricerca clinica e si dedicano all'attività didattica". Braccia d'acciaio, cuore e cervello umani, quelli del chirurgo che lo comanda. Sono 85 le persone (chirurghi, tecnici e infermieri) che in Istituto lavorano con il robot. Dal 2010 è operativa anche la Scuola di chirurgia robotica.

La mostra (realizzata con l'azienda ab medica) trasporterà i visitatori in un viaggio nel tempo che comincia dal primo esempio di macchina in grado di operare autonomamente, l'orologio ad acqua inventato ad Alessandria d'Egitto nel III secolo a.C. dall'ingegnere greco Ctesibio. E prosegue, di pannello in pannello, dall'automa meccanico umanoide con le sembianze di cavaliere che Leonardo da Vinci progettò nella Milano rinascimentale, fino all'esplosione della robotica nel Novecento, secolo in cui l'automazione entra nelle fabbriche e poi anche nelle case (con la domotica) per assistere l'uomo nella vita quotidiana.

Il passo verso la sala operatoria è breve: da quando si è concretizzato, generazioni di robot chirurghi si sono date il cambio nei reparti di tutto il mondo. "Cure a danno zero è un obiettivo prioritario del nostro piano di sviluppo clinico-scientifico e la chirurgia robotica contribuisce a raggiungerlo più velocemente", sottolinea Roberto Orecchia, direttore scientifico Ieo e professore all'università degli Studi di Milano, nel suo intervento all’incontro inaugurale di oggi.

"Le nostre pubblicazioni e la letteratura mondiale - aggiunge - hanno dimostrato in modo chiaro che il robot in sala operatoria permette di ottenere lo stesso risultato oncologico con effetti collaterali post-intervento molto minori. Quindi rientra nella sfera del 'minimo trattamento efficace', pilastro su cui si fonda il nostro Istituto. Certo la robotica, come tutta l'innovazione tecnologica, richiede investimenti di risorse umane ed economiche. Gli studi dimostrano tuttavia che esiste una soglia di sostenibilità di 150 interventi all'anno. Noi ne effettuiamo quasi 10 volte tanto. Un volume che rende ottimali anche le curve di apprendimento dei nostri chirurghi".

Il messaggio è: "La robotica non può essere un'opzione saltuaria limitata a qualche caso ogni tanto, ma deve essere una scelta coerente e motivata di tutto l'ospedale". Agli scenari futuri è stata dedicata la tavola rotonda 'I robot saranno i chirurghi di domani?', che ha ospitato il confronto fra gli esperti del settore. In una giornata che ha avuto anche il saluto delle istituzioni, dalla Regione Lombardia al Comune di Milano, e del rettore della Statale Gianluca Vago.

"Per favorire una crescita continua - assicura l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera - la Regione sosterrà l'Ieo nella realizzazione dei suoi nuovi progetti ambiziosi, così come lo fa per chiunque si impegni a migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso l'innovazione e la ricerca".

"Il nostro sostegno si esplica sia attraverso le nostre leggi, come quella di evoluzione del sistema socio-sanitario che stiamo attuando - ricorda - sia attraverso stanziamenti economici come quello di 500 milioni di euro, recentemente approvato, che andrà a finanziare proprio macchinari innovativi e tecnologie mediche all'avanguardia che ovviamente includono anche la robotica, capaci di eseguire interventi di grande qualità e sempre più precisi".

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