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Droga in pacchi regalo da Spagna a Palermo, 9 misure cautelari

29 settembre 2020 | 07.52
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Gli indagati rispondono, a vario titolo, di organizzazione e traffico di sostanze stupefacenti, aggravati dalla transnazionalità delle condotte. Spedizioni illecite per oltre 180 chili di droga per un valore di mercato di circa 2 milioni di euro. Sequestrati beni per 500mila euro

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Dalla Spagna all'Italia la droga arrivava dentro pacchi regalo. E' quanto hanno scoperto i finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Palermo che hanno dato esecuzione a nove misure cautelari, su delega della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano. Gli indagati rispondono, a vario titolo, di organizzazione e traffico di sostanze stupefacenti, aggravati dalla transnazionalità delle condotte.

"Gli organizzatori del traffico illecito - spiegano gli investigatori - si recavano personalmente nella Penisola iberica. Da qui spedivano la droga dentro pacchi regalo affidati a corrieri internazionali e destinati a nominativi di fantasia localizzati nel centro cittadino". Delle consegne si occupava uno degli indagati che lavorava come autista di una ignara società di spedizioni attiva a Palermo. Dopo aver recuperato i pacchi provenienti dalla Spagna, li consegnava agli altri componenti dell’organizzazione criminale che ne erano gli effettivi destinatari. Le indagini hanno permesso di ricostruire spedizioni illecite per oltre 180 chili di droga per un valore di mercato di circa 2 milioni di euro.

L’operazione  'Chorus Pacco regalo', condotta dai specialisti antidroga del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle di Palermo, ha permesso di far luce dunque su un collaudato sistema volto all’importazione dalla Spagna di significativi quantitativi di droga, in particolar modo hashish, destinata al mercato del centro cittadino palermitano. 

Attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso alla Guardia di finanza, è stata accertata "l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la loro capacità economica". In particolare, gli accertamenti, condotto con l'applicativo 'Molecola', hanno portato a dimostrare che gli indagati e i rispettivi nuclei familiari, nell’ultimo decennio, a fronte di redditi per circa 430.000 euro avevano sostenuto spese e acquisti per oltre 1,2 milioni di euro.

La Dda ha emesso un provvedimento ablativo d’urgenza, in corso di esecuzione, che ha consentito di sottoporre a sequestro conti correnti, veicoli e imprese per un valore complessivo stimato di circa 500.000 euro.

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