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Dubbi su farmaco, condanna a morte sospesa all'ultimo minuto in Oklahoma

01 ottobre 2015 | 12.01
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Dubbi su farmaco, condanna a morte sospesa all'ultimo minuto in Oklahoma

E' stata sospesa all'ultimo minuto a causa dei dubbi su uno dei farmaci che dovevano essere utilizzati per l'iniezione letale, l'esecuzione di Richard Glossip, condannato a morte in Oklahoma. Lo ha annunciato il governatore dello stato Mary Fallin, spiegando di aver chiesto più tempo per verificare se le droghe inserite nel protocollo, in particolare l'acetato di potassio, sono conformi alle norme statali.

Secondo i media americani i funzionari dell'Oklahoma State Penitentiary a McAlester, avevano ricevuto acetato di potassio per l'iniezione letale, come uno dei tre medicinali da utilizzare, ma le linee guida statali includono nella lista solo cloruro di potassio. La nuova data dell'esecuzione è stata fissata per il 6 novembre.

Per lo stesso motivo, in Virginia, un giudice federale ha ordinato il rinvio a tempo indeterminato dell'esecuzione di Alfredo Pietro, serial killer con disturbi mentali che si trova nel braccio della morte per aver ucciso diverse persone.

Glossip, che si è sempre dichiarato innocente, è stato condannato per aver ordinare nel 1997 l'omicidio del suo datore di lavoro, proprietario di un motel di Oklahoma. Ad incastrarlo la testimonianza di un ex collega, esecutore materiale dell'omicidio, che ha patteggiato per l'ergastolo al posto dell'iniezione letale.

Per fermare l'esecuzione era intervenuto anche Papa Francesco che aveva fatto consegnare una lettera al governatore dell'Oklahoma. La stessa richiesta era stata fatta per Kelly Gissendaner, la cui condanna capitale è stata invece eseguita due giorni fa in Georgia.

Il caso di Glossip si inserisce nell'acceso dibattito in corso negli Usa sull'uso delle iniezioni letali dopo che l'anno scorso, sempre in Oklahoma un condannato morì dopo tre quarti d'ora di agonia e dolori atroci.

A finire sotto accusa l'uso di midazolam, un farmaco destinato a causare incoscienza, ma che secondo i ricorrenti non ha un effetto immediato e agisce in ritardo, provocando dolori inutili per i condannati violando così l'ottavo emendamento della Costituzione americana che vieta punizioni crudeli o dolorose. Pochi giorni fa, tuttavia, la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva dato il via libera all'uso della droga.

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