E' di tre morti e a decine di feriti il bilancio degli attacchi di oggi contro israeliani, in quello che diverse organizzazioni palestinesi hanno chiamato il "giorno della rabbia". Intanto a Kiryat Ata, vicino Haifa, un ebreo ha accoltellato un altro ebreo. Secondo quanto riporta Times of Israel, l'accoltellatore voleva vendicare l'ondata di attacchi palestinesi e pensava che la sua vittima fosse un arabo.
Di fronte all'ondata di attacchi di questi giorni, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha convocato una riunione del gabinetto di sicurezza. Secondo i media, potrebbe essere decisa la misura senza precedenti della chiusura dei quartieri arabi di Gerusalemme est, per impedire che i residenti possano avere accesso alle zone ebraiche.
E' a Gerusalemme che sono avvenuti gli attacchi più gravi. Due persone, fra cui un rabbino di 60 anni, sono morte e 16 sono rimaste ferite, quando due palestinesi hanno attaccato con coltelli e armi da fuoco i passeggeri a bordo dell'autobus di linea 78 nel quartiere di Armon Hanatziv. La polizia è intervenuta uccidendo uno degli aggressori e ferendo gravemente l'altro. La terza vittima si è avuta a Malkei Israel Street dove un uomo ha lanciato l'auto che guidava contro le persone che aspettavano l'autobus, cominciando poi ad accoltellare i passanti. Sono cinque le persone rimaste ferite. L'aggressore è stato 'neutralizzato' dalla polizia.
Intanto a Ra'anana, a nord di Tel Aviv, vi sono state due aggressioni. Nella prima un palestinese di Gerusalemme est ha moderatamente ferito a coltellate un israeliano che aspettava l'autobus. L'aggressore è stato poi assalito e picchiato da altri passanti, fino a quando è intervenuta la polizia. Alcune ore dopo un palestinese ha ferito gravemente a coltellate una donna ebrea, gridando "Dio è grande".
Un palestinese di 22 anni è infine rimasto ucciso in scontri con forze di sicurezza israeliane a Betlemme. Lo riferisce il sito Ynetnews, aggiungendo che il giovane viveva nel vicino campo profughi di Dheisheh.
