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Corpi carbonizzati sono di un uomo e di una donna

14 giugno 2019 | 11.40
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Indagini dei carabinieri sul ritrovamento a Torvaianica: vittime sarebbero una 46enne e un suo amico. Un testimone: "Botto pazzesco, poi le fiamme"

(AdnKronos)
(AdnKronos)

Si va verso l'identificazione dei due corpi carbonizzati rinvenuti in una Ford Fiesta grigia a Torvaianica. La vettura, distrutta dalle fiamme in un terreno incolto, è stata trovata venerdì mattina in via di San Pancrazio, nella località del comune di Pomezia. I corpi rinvenuti appartengono a un uomo e una donna e sono stati trovati uno seduto davanti, l'altro dietro.

Le indagini si concentrano su M.C., una 46enne di Pomezia alla quale la madre aveva prestato l'auto ritrovata poi bruciata. Della donna, madre di una bambina di 13 anni, non si hanno più tracce e non si esclude che una delle vittime possa essere lei. Sulla sua identità i carabinieri ancora non si pronunciano con certezza ma da questa mattina il marito 55enne della donna è ancora davanti ai carabinieri per essere ascoltato. L'uomo, rappresentante di vernici e carrozziere, viveva a Pomezia con la moglie e la loro figlia che in questi giorni sta facendo gli esami di terza media.

Quanto all'identità dell'uomo trovato in macchina con la 46enne, si tratterebbe di D.R., un conoscente della coppia scomparso anche lui da questa mattina. A lui si è arrivati dalle ricostruzioni dei militari ora impegnati a scandagliare la vita delle vittime e i rapporti tra loro. La certezza che i corpi siano dei due, tuttavia, si avranno solo dai risultati degli esami del medico legale. I parenti della donna sono disperati. Aspettano da ore una smentita o una conferma dell'ipotesi che sia proprio lei uno dei due corpi.

"Alle 8 abbiamo sentito un botto pazzesco, poi le fiamme. Abbiamo chiamato subito i Vigili del Fuoco perché, con l’erba alta, era facile che scoppiasse un incendio ancora più violento": così, all’AdnKronos, un residente di via San Pancrazio, il primo a dare l'allarme.

"Non siamo però usciti a controllare, ci siamo fatti gli affari nostri. Nessuno ha gridato, in quella macchina erano già morti. Sono stati i clan mafiosi che lavorano tra Ardea e Torvaianica". Non vuole dire come si chiama, la paura è molta ed è sicuro quando dice che "il rogo è opera dei clan".

Al momento, la speranza di ricostruire con precisione la dinamica del rogo è sfumata con le parole della proprietaria della villetta di fronte, circondata da filo spinato e telecamere. "Proprio ieri hanno smesso di funzionare - spiega la donna - e comunque non registravano. Le altre sono invece finte".

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