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E' morto Cesare Romiti, storico presidente e ad della Fiat

18 agosto 2020 | 08.34
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Il manager si è spento a Milano a 97 anni, funerali in forma privata giovedì in Toscana. Arrivò alla casa automobilistica nel 1974 e 6 anni dopo ottenne pieni poteri da Gianni e Umberto Agnelli. Mattarella: "Protagonista di stagione impegnativa per capitalismo italiano". Elkann: "Merita posto di riguardo in storia Fiat". Damiano: "Avversario duro e determinato, vinse per gli errori del sindacato". Angeletti: "Grande manager, gestì fase Fiat più difficile". Antonio Fazio: "Manager di grande livello". Il cordoglio dell'Adnkronos: "Addio a un grande dell'industria"

(Fotogramma)
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E' morto a Milano all'età di 97 anni Cesare Romiti, storico amministratore delegato e presidente della Fiat. I funerali si svolgeranno giovedì a Cetona, in Toscana, in forma privata, secondo quando apprende l'Adnkronos. Domani, sempre secondo quando si apprende, la camera ardente dovrebbe essere allestita alla Camera di commercio di Milano.

Romiti è nato a Roma il 24 giugno del 1923. Figlio di un impiegato delle Poste, secondo di tre fratelli, si diploma ragioniere, si laurea a pieni voti in scienze economiche e commerciali studiando di notte e lavorando di giorno per mettere insieme qualche soldo dopo la morte del padre avvenuta a soli 47 anni. Nel 1947 lavora per il Gruppo Bombrini Parodi Delfino, azienda di Colleferro, di cui assumerà la carica di direttore finanziario affiancando Mario Schimberni, suo ex compagno di classe, che si occupa invece di amministrazione e controllo di gestione.

Mattarella: "Protagonista di stagione impegnativa per capitalismo italiano"

Il cordoglio dell'Adnkronos: "Addio a un grande dell'industria"

Elkann: "Merita posto di riguardo in storia Fiat"

Nel 1968, sempre a Colleferro, ricopre la carica di direttore generale nella Snia Viscosa dopo la fusione con la sua ex azienda. E proprio per seguire da vicino questa fusione, frequenta a Milano gli uffici di Mediobanca, facendo una buona impressione ad Enrico Cuccia. Due anni più tardi l'Iri lo nomina direttore generale prima e amministratore delegato poi della compagnia aerea Alitalia. Lavora per un breve periodo (1973) alla Italstat, azienda che lascia per approdare, sponsorizzato da Cuccia, al gruppo Fiat nell'ottobre del 1974, quindi nel periodo della crisi petrolifera. Nel 1976 diventa amministratore delegato in un triumvirato con Umberto Agnelli (lo stesso anno eletto senatore della Dc in un collegio romano) e Carlo De Benedetti (resta alla Fiat solo tre mesi).

Damiano: "Avversario duro e determinato, vinse per gli errori del sindacato"

Angeletti: "Grande manager, gestì fase Fiat più difficile"

Antonio Fazio: "Manager di grande livello"

Nella casa automobilistica ottiene i pieni poteri nel 1980, quando i due fratelli Agnelli, Gianni e Umberto, vengono convinti da Mediobanca a passare la mano per evitare il peggio e ricopre anche il ruolo di presidente (1996-1998) succedendo a Gianni Agnelli.

"Uno dei più importanti ed influenti manager che l'Italia abbia visto, in grado di segnare la storia del gruppo torinese, ma non solo. Le mie più sentite condoglianze vanno ai familiari", ha detto la torinese Laura Castelli (M5S), viceministro dell'Economia, commentando la notizia della scomparsa di Romiti.

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