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E' morto Citto Maselli, il regista aveva 92 anni

21 marzo 2023 | 12.13
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La camera ardente verrà allestita in Campidoglio

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

E' morto questa mattina all'età di 92 anni il regista Francesco 'Citto' Maselli. A darne notizia, in una nota, Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea. Maselli era nato a Roma il 9 dicembre 1930. "Con grande dolore debbo comunicare la notizia della morte, avvenuta poco fa, del compagno Citto Maselli. L’ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che gli è sempre stata vicina e a cui va l'abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni del Partito. Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista, la sinistra un intellettuale militante e un esempio di rigore e coerenza, noi di Rifondazione Comunista un compagno imprescindibile".

Formatosi nel periodo del Neorealismo, si rese protagonista fin dall'inizio della carriera di una personale ricerca espressiva nell'ambito della quale l'impegno sociale e politico si è fuso con l'insistente riflessione sul tema dell'ambiguità e l'attitudine allo scavo psicologico. Il suo esordio nel lungometraggio con "Gli sbandati" (1955) venne premiato con una Medaglia alla Mostra del Cinema di Venezia, dove fu poi in concorso anche con "I delfini" (1960), interpretato da Claudia Cardinale, ritratto psicologico e sociale di un gruppo di giovani della borghesia di provincia, che ottenne un grande successo di critica e pubblico. Il successo internazionale gli arrise con "Gli indifferenti" (1964), tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia, mentre il clou dell'impegno politico lo toccò con "Lettera aperta a un giornale della sera" (1970).

Dagli anni Ottanta si è dedicato a film più intimisti, per lo più ritratti femminili: "Storia d'amore" (1985), che ottenne il Gran Premio Speciale della Giuria e la Coppa Volpi a Valeria Golino alla Mostra di Venezia, "Codice privato" (1988) e "L'alba" (1991). La scelta dell'impegno da parte di Maselli si è espressa anche nell'attività a favore degli autori cinematografici italiani che ha svolto sia come pubblicista sia come esponente sindacale dell'Associazione Nazionale Autori Cinematografici (Anac).

"Citto ha sempre conservato la passione che da ragazzino lo spinse a entrare nelle fila dell'antifascismo e della Resistenza. Per tutta la sua vita - sottolinea Acerbo - ha messo intelligenza, sensibilità, passione e spirito critico al servizio di un progetto collettivo di liberazione e trasformazione. Dopo lo scioglimento del Pci, a cui si oppose, è stato tra i fondatori di Rifondazione Comunista. Ha continuato a essere un militante comunista e antifascista fino all'ultimo giorno. Citto non è mai diventato un ex, non si è mai atteggiato a reduce di epoche gloriose ma passate. Lo ricordiamo con noi più giovani con la cinepresa a raccontare un altro mondo possibile a Genova nel 2001 e sempre disponibile a dare il suo contributo alla lotta politica e culturale".

La camera ardente del regista verrà allestita in Campidoglio. Ad annunciarlo in tweet è stato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: "Con lui se ne va un grande regista, un artista impegnato, pieno di passione, sensibilità, spirito critico. Roma gli darà l'ultimo saluto allestendo la camera ardente in Campidoglio''.

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